In hoc signo vinces - Costantino

Anche l’imperatore Costantino, che nel 313 liberalizzò tutte le religioni, era un ariano convinto, ed infatti a battezzarlo (se vero) fu Eusebio di Nicomedia

Come veniva concepito Gesù nel primissimo cristianesimo? In modo decisamente diverso da oggi, come vedremo in questo articolo. Era concepito diversamente perfino da Paolo, ritenuto da molti “l’inventore del Cristianesimo”, che nei suoi scritti non lo definisce mai Theos (Dio) ma sempre kurios, ovvero signore.
Insomma, Gesù era visto come una persona importante, ma lontanissimo dall’essere Dio. Se volessimo essere precisi era considerato un semidio alla pari di Ercole, Achille, Enea, Gilgamesh, Romolo, e così via.
Chi ce ne dà conferma? Un personaggio importantissimo: Giustino martire, santo e padre della Chiesa. Questi, nella sua Apologia, rivolgendosi all’imperatore Antonino Pio, scrive:
«Quando noi diciamo che il Logos, che è il primogenito di Dio, Gesù Cristo il nostro Maestro, è stato generato senza connubio, e che è stato crocifisso ed è morto e, risorto, è salito al cielo, non portiamo alcuna novità rispetto a quelli che, presso di voi, sono chiamati figli di Zeus. Voi sapete infatti di quanti figli di Zeus parlino gli scrittori onorati da voi: Ermete, il Logos interpretativo e maestro di ogni arte; Asclepio, che fu anche medico e, colpito dal fulmine, ascese al cielo; Dioniso, che fu dilaniato; Eracle, che si gettò nel fuoco per sfuggire alle fatiche; i Dioscuri, figli di Leda; e Perseo, figlio di Danae; e Bellerofonte, che di tra gli uomini ascese con il cavallo Pegaso. … Il figlio di Dio, chiamato Gesù, se anche fosse solo uomo comune per sapienza, sarebbe degno di essere chiamato figlio di Dio. Infatti tutti gli scrittori chiamano Dio padre sia degli uomini sia degli dei. Se poi, come abbiamo affermato sopra, noi affermiamo che Egli è stato generato da Dio come Logos di Dio stesso, in modo speciale e fuori dalla normale generazione, questa concezione è comune alla vostra, quando dite che Ermete è il Logos messaggero di Zeus. Se poi qualcuno ci rimproverasse il fatto che Egli fu crocifisso anche questo è comune ai figli di Zeus annoverati prima … Se poi diciamo che è stato generato da una vergine, anche questo sia per voi un elemento comune con Perseo. Quando affermiamo che egli ha risanato zoppi e paralitici ed infelici dalla nascita, e che ha resuscitato dei morti, anche in queste affermazioni appariremo concordare con le azioni che la tradizione attribuisce ad Asclepio».Il vescovo Ario, dichiarato eretico dal concilio di Nicea prima e dall'editto di Tessalonica poi
Da idee similari prese origine la corrente del cristianesimo detta ariana da Ario (256-336), vescovo e teologo. Per gli ariani Dio, principio unico, indivisibile, eterno e quindi ingenerato, non poteva condividere con altri la propria essenza divina. Il figlio, “generato” e non eterno, non poteva essere considerato Dio allo stesso modo del Padre. Era certamente una creatura superiore, divina, ma finita e inferiore a Dio padre.
Se mai sia stato davvero cristiano anche l’imperatore Costantino, che nel 313 liberalizzò tutte le religioni, era ariano: fu infatti battezzato dal vescovo Eusebio di Nicomedia, ariano anche lui. Costantino in realtà era alla ricerca di un collante religioso che tenesse unito l’impero romano in disfacimento, e dopo aver inutilmente bussato alla porta dei seguaci di Mitra si rivolse a quella che era indiscutibilmente la più seguita religione del momento: quella cristiana. Costantino però ben presto si rese conto che le 50 e più diverse forme di cristianità esistenti non sarebbero state capaci di offrirgli quel che cercava, e dal Concilio di Nicea del 325 cercò di forzare l’unificazione di questi tantissimi diversi cristianesimi. In realtà non vi riuscì, e solo a partire dal 380, con l’editto di Tessalonica, emanato dagli imperatori Graziano, Teodosio I e Valentiniano II, vi fu una severissima condanna dell’arianesimo soprattutto, e poi di tutti i culti pagani.
Nel frattempo era cominciata a sorgere l’idea di Trinità che oggi conosciamo, che vedeva Gesù (come recita il credo niceno-costantinopolitano), “generato, non creato, della stessa sostanza del padre“.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione