Domani, 24 gennaio, in via Nazionale 237 a Scafati, alle ore 19 il vernissage dell’artista campana che rappresenta figure femminili collocate in luoghi senza tempo e senza spazio
Eleganza, emozioni e memoria nella mostra dell’artista Susy Manzo che la Galleria Barbato inaugurerà mercoledì 24 gennaio presso la propria sede di Scafati alle ore 19.00. Nuovi spazi e nuove atmosfere accompagneranno la prima mostra dell’anno 2024. “Un restyling necessario – ha rivelato Marisa Nastro, ideatrice dell’evento – per affrontare le sfide di questo periodo. Forti cambiamenti stanno incombendo e la cultura, l’arte e la condivisione ci hanno sempre aiutato ad attraversarli nel migliore dei modi. Possiamo confermare che l’arte rappresenta la nostra terapia quotidiana, la fonte inesauribile di passione e vitalità”.
L’evento, dal titolo “FramMenti di carta e fragilità s-composte”, non vuol essere semplice esposizione di opere d’arte, ma rappresentazione di una complessa interiorità femminile scomposta e ricomposta in una nuova sfera emotiva.
Nei dettagli monocromatici e nel simbolismo, elaborati prevalentemente attraverso la tecnica del paper-cutting, emerge l’essenza del progetto d’arte volto ad indagare l’essenziale e il profondo dell’essere umano. Un linguaggio di rottura che ha fortemente colpito Franco e Marisa Barbato, tanto da spingerli a presentare Susy Manzo al pubblico della propria Galleria.
“Nel tempo abbiamo condiviso con i nostri amici, collezionisti e cultori d’arte, tante iniziative e mostre, ma siamo certi di aver creato un’esperienza completamente diversa e coinvolgente. Sarà come entrare nel proprio inconscio e attraversare tutti gli strati della mente e dell’anima”.
La mostra, che vedrà la presenza dell’artista milanese, vuole dare voce ad un’interiorità pura e profondamente comunicativa. In attesa di poter conoscere di persona la protagonista, riportiamo alcune sue riflessione.
Nelle sue opere ritroviamo donne forti e nello stesso momento fragili, come contrappone queste due dimensioni?
“Le mie opere rappresentano figure femminili collocate in luoghi senza tempo e senza spazio. Alla delicatezza di queste figure contrappongo dettagliati particolari, spesso forti ed espliciti”.
Da cosa prende spunto per il suo lavoro?
“Dal vissuto quotidiano, dall’osservazione del mio rapporto con la vita, dalle mie relazioni e paure. Mi soffermo a scandagliare usanze e tradizioni popolari prestando particolare attenzione alla tutela dell’infanzia e della donna, al disagio e alla diversità”.
Al fine di regalare una più accurata lettura delle meraviglie artistiche proposte da Susy Manzo è necessario soffermarsi sulla scelta stilistica del materiale utilizzato cioè la carta. Secondo l’art curator, Eleonora Manganelli, l’ordinarietà della carta mista, medium d’elezione, è intesa come punta di diamante del suo sentire che spinge verso la conquista di una sfrondata sacralità.
“Susy si riappropria di un elemento tanto semplice e gracile per plasmarlo, modellarlo nella sua ricerca espressiva. Abbandonando il canone statutario dei materiali per affidarsi ad un elemento spartano, leggero ed effimero al fine di segnare una traccia profonda della sua storia interiore, dei vissuti, delle emozioni, del connubio in divenire di uomo e natura, rispettivamente rappresentanti della potenza delle idee, dell’intelletto, e della forza fisica, radicale, ancestrale in una danza energetica ai limiti dello scambio creativo. La Manzo – continua Eleonora Manganelli – ci trascina nella sua nicchia suadente, uno scrigno di beltà da ammirare dal profondo dell’anima. Il messaggio di una donna alle altre donne, costellato di petali, farfalle che librano nell’aria alla ricerca di un posto nel tempo e nello spazio cristallizzandosi in un’eternità incantata e incantevole”.