Il gruppo di minoranza ha criticato i ritardi nell’avvio dei lavori di ristrutturazione del cavalcavia; intanto il Tar ha condannato l’Ente al pagamento delle spese di giudizio
In quest’inizio di 2024 tiene ancora banco la questione del ponte di Santa Croce, instabile da diversi anni e utilizzato in maniera ridotta in particolare dalla Beton Cave s.r.l. che ha iniziato una lunga battaglia legale per poter riprendere le normali attività di trasporto su di una struttura che necessita di interventi di manutenzione e messa in sicurezza.
In estrema sintesi, dall’ordinanza del comune di Nocera Inferiore del luglio 2021 che ha limitato il passaggio dei mezzi più pesanti, è iniziata una lotta tra Beton Cave da una parte, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il comune di Nocera Inferiore la SPN, Salerno Pompei Napoli s.p.a. che gestisce l’A3 posta al di sotto del ponte, dall’altra per la ristrutturazione del cavalcavia. Dopo una serie di incontri, di altrettante pronunce del TAR di Salerno e dello studio di fattibilità tecnica del ministero datato 23 ottobre 2023 l’ultimo passaggio, prima di iniziare i lavori di ristrutturazione, vede il comune di Nocera Inferiore protagonista con l’onere di inviare formale istanza al ministero onde coinvolgerlo nell’esecuzione dell’intervento, avviando quindi una conferenza di servizi. La conferenza però non è stata attivata e i giudici amministrativi hanno nominato il prefetto di Salerno quale commissario ad acta che possa occuparsi della faccenda nell’ipotesi del perpetuarsi dell’inadempienza dell’amministrazione comunale obbligata a concludere il procedimento amministrativo. Il Tar ha inoltre condannato il comune, di concerto con SPN e ministero, al pagamento delle spese di giudizio.
Su questa fase di stallo è intervenuto il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, nelle persone di Giuseppe Odoroso e Rosa Giordano, facente parte della minoranza in consiglio comunale. «Questa amministrazione ha mostrato la sua consueta noncuranza- si legge nel comunicato firmato da Odoroso e Giordano- dal tavolo tecnico svoltosi in prefettura nell’ottobre 2022 in cui si giunse alla conclusione che l’Ente avrebbe dovuto presentare formale istanza al Ministero per coinvolgerlo nell’esecuzione dell’intervento con annessa urgente convocazione di una conferenza di servizi non è stato fatto assolutamente nulla. L’inerzia del comune è stata osservata anche dal Tar, tant’è che nel dicembre del 2022 Beton Cave ha inviato al Ministero ulteriore richiesta per la conferenza di servizi: anche in quel caso nulla ha smosso l’amministrazione. Come se non bastasse il comune è stato condannato al pagamento delle spese di giudizio. Stupiscono questi ritardi e questi solleciti visto che l’amministrazione vanta progetti portati avanti, millantando velocità di esecuzione quando invece tutto è permeato di superficialità. È già capitato e sta capitando ancora con gli innumerevoli ricorsi promossi da privati ed enti e, puntualmente, persi. Questa amministrazione deve comprendere che ignorare un problema non lo fa certo sparire. Questa amministrazione deve prendere atto che per governare una città bisogna prestare attenzione senza sosta a tutte le criticità».