Vi raccontiamo oggi, spaziando tra il serio e il faceto, una nostra versione della storia narrata nell’Antico e nel Nuovo Testamento immaginando Yahweh dotato di origini e spirito partenopei

C’era una volta…
Così iniziano le favole, ed oggi ve ne raccontiamo una molto carina. Perché anche sulle cose serie a volte bisogna scherzare, per non diventare noiosissimi saccenti. E dunque, iniziamo: c’era una volta un tizio di nome Yahweh, che non si sa dove era nato perché stava in mezzo al nulla assoluto e si annoiava. Circa 13 miliardi e mezzo di anni fa si sveglia e decide: «Faccimme ll’Universo!». Schiocca le dita e l’Universo appare. Poi, circa 4 miliardi e mezzo di anni fa, ha una illuminazione: «E mmò facimme pure ‘a Terra, e mettimmola vicino ‘o Sole». E così fu.
Ancora, meno di un milione di anni fa guarda quello che ha creato e si domanda: «Sta’ cosa me piace, ma senza nu’ poco ‘e movimento nun ce sta sfizio. Che putesse fa?». Poi ci riflette e solennemente dichiara: «Ora creo l’uomo!».
Scende sulla Terra, prende un po’ di fango, lo modella, poi ci sputa sopra e la scultura inanimata diventa l’uomo, che subito disse: «Accumenciamme bbuone!». Yahweh gli fa vedere che. per allietargli l’esistenza, gli aveva già creato anche gli animali, il mare, i pesci, le montagne, e un giardino da curare, in modo che potesse fare la bella vita. Ma non va proprio così. L’uomo che aveva creato, e che aveva chiamato Adamo, aveva delle pulsioni, e non c’era animale che non usasse per sfogarsi. Yahweh, visto che Adamo passava da una gallina a una pecorella, e senza successo ci provò pure con una giraffa, decide di trovare una soluzione: «Mo’ a chiste ‘e faccie na’ femmena!».adamo eva
Si accorge però che fare una femmina è una cosa difficile, e che se la plasmava come fatto con Adamo e poi ci sputava su quella si sarebbe alzata e gli avrebbe dato un ceffone, e poi gli avrebbe detto: «Ma va a sputà ‘nfaccia a mammeta!».
Allora si mette a lavorare con pazienza, prende Adamo, lo addormenta, gli toglie una costola, poi chiude il taglio e con la costola fabbrica Eva. E gli deve essere riuscita proprio bene se Adamo appena la vede gli dice: «Questa finalmente è quella giusta: stasera si scopa alla grande!».
Tutto andava per il meglio, ma dovete sapere che le mele piacevano molto a Yahweh, che aveva detto Ad Adamo ed Eva: «Mangiate tutto chello che vulite dinto ‘o ciardino, ma nun me tuccate ‘e mele si no me ‘ncazz!».
Solo che Eva, come tutte le femmine, era curiosa assai, e un giorno assaggia la mela, e la fa mangiare pure ad Adamo. E puntualmente Yahweh, quando si accorge che Eva aveva mangiato le mele e le aveva fatte mangiare pure ad Adamo, si incazzò come una scimmia incazzata!
Yahweh fece un cazziatone esagerato ai due e li cacciò fuori dal giardino, dicendogli: «E mmò so cazze vuoste!».
E così Adamo ed Eva, fuori dal giardino di Yahweh, se la videro nera, ma riuscirono a cavarsela. Diverse migliaia di anni dopo Yahweh si pente, e decide di perdonare gli uomini che nel frattempo erano cresciuti di numero, anche se ne aveva tolti da mezzo un bel po’ con il Diluvio Universale.
Cosa escogita Yahweh? Pensò: «Mo’ piglie nu’ piezze ‘e Dio (che songhe stess’io), e ‘o metto dinto a na’ vergene ncoppa ‘a Terra. E a facce rimanì vergene primma e pure dopo che so’ nato (per chi nun ‘o sapesse, ‘o figlje ‘e Dio è sempe Dio!). Chilli fetiente po’ ‘o vederranno tantu bello e tantu bravo e ‘o accidaranno. E je, grazie a chillu delitto ‘e perdunarraggio. Però, per fargli ricordare che senza ‘e me songhe perse, s’avranna mangià ‘a carne e vevere ‘o sangue d’ò figlje mio tutte e juorne!». E così è nata la Comunione.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione