Il leone del battistero di San Giovanni in Fonte a Napoli

L’edificio è situato a destra dell’abside della cattedrale più antica di Napoli, la basilica di Santa Restituita, a sua volta collegata come cappella all’attuale cattedrale di Santa Maria Assunta 

Un magnifico leone di San Marco, realizzato in mosaico e risalente al V secolo, in un battistero di Napoli voluto dall’Imperatore Costantino.
Si tratta di un particolare leone sacrale. Tra le ricerche fatte sulle varie forme del leone alato, trovo una interessante sorpresa visitando il bellissimo Battistero paleocristiano di San Giovanni in Fonte, piccolo edificio in conci di tufo, situato a destra dell’abside della cattedrale più antica di Napoli, la basilica di Santa Restituita, anch’essa collegata come cappella all’attuale cattedrale di Santa Maria Assunta.
L’ambiente del piccolo battistero è coperto da una cupola ricca di mosaici del V secolo e, nel cerchio sottostante decorato con tessere vitree si trova un tamburo ottagonale, dove in una delle quattro nicchie concave si trova un meraviglioso mosaico rappresentante un leone alato realizzato magistralmente. Esso non ha la classica aureola o nimbo, ma intorno al suo capo sono disposte cinque stelle a otto punte, un chiaro e sintetico riferimento mariano.
Il felide è visto frontalmente, come si dice in araldica in maestà, con gli occhi spalancati, quasi ipnotici e severi, che fissano l’interlocutore quasi ad interrogarlo, le fauci semi aperte in atto mostrate i possenti denti, le ali schematizzate in un disegno a tre piume molto grandi come se fossero altrettante ali come a rispettare e confermare il testo dell’Apocalisse di San Giovanni. Lo sfondo del leone è di un azzurro luminoso ricoperto di stelle d’oro a otto punte, come si può osservare nella sommità del frontone della Basilica di San Marco a Venezia, dove fa da sfondo alla scultura bronzea dorata del leone di San Marco rivolto una parete di mosaico azzurro seminato da stelle d’oro a otto punte.
L’immagine del leone del piccolo battistero è una delle figure dei quattro simboli degli evangelisti, dove la figura del bue ha conservato solo la testa e l’aquila invece è completamente sparita, mentre l’angelo e il leone si sono conservati quasi perfettamente. Napoli è una città che sorprende sempre con questi piccoli “miracoli” culturali, e mi auguro che molti campani, ora che lo sanno possano visitare quest’angolo di storia, voluto e fatto costruire dall’imperatore Costantino il Grande, come risulta dalla Cronaca di Santa Maria del Principio che attribuisce la costruzione del battistero all’imperatore Costantino, contemporaneamente alla basilica di Santa Restituta.