Le due città, insieme ad altre tre citate in parte nel Deuteronomio ed in parte nei corrispondenti testi sumero-accadici, periscono per un cambio di alleanza militare
Tutti, anche coloro che non hanno mai aperto la Bibbia, conoscono la vicenda di Sòdoma e Gomorra: le due città che, essendo abitate da sudicioni, vengono rase al suolo da Yahweh, poi divenuto il Dio dei cristiani, con una tempesta di fuoco dal cielo.
Oggi cercheremo di narrare la vera versione che è nella Bibbia, e che chiunque potrebbe scoprire semplicemente leggendola.
Le due città (e non solo queste due, a dire il vero, come leggeremo tra poco) furono secondo la dottrina distrutte perché abitate da sodomiti, e perché “il loro peccato era molto grave” e “il grido che saliva dalle loro città era troppo grande”.
Questa è la dimostrazione che spesso nemmeno gli esegeti biblici leggono interamente il libro che loro pretendono di spiegare e a cui vogliono per forza dare significati esoterici.
A parte la evidente assurdità di immaginare una città totalmente composta (uomini, donne, vecchi, bambini e neonati, oltre che gli animali presenti) da “pervertiti“, basterebbe giungere alla lettura del capitolo 29 del Deuteronomio per leggervi, a partire dal versetto 22, i veri motivi che scatenarono l’evento. Poi prenderemo a prestito testi sumero-accadici per leggere una sorta di “cronaca in diretta” che pare proprio riferita alla distruzione delle stesse città bibliche.
Cominciamo prima a capire perché Sòdoma, Gomorra, ma anche Zoar, Adma e Zeboim furono distrutte. Ecco il testo del Deuteronomio 29: “tutto il suo suolo sarà zolfo, sale, arsura, non sarà seminato e non germoglierà, né erba di sorta vi crescerà, come dopo lo sconvolgimento di Sòdoma, di Gomorra, di Adma e di Zeboim, distrutte dalla sua collera e dal suo furore, diranno, dunque, tutte le nazioni: Perché il Signore ha trattato così questo paese? Perché l’ardore di questa grande collera? E si risponderà: Perché hanno abbandonato l’alleanza del Signore, Dio dei loro padri: l’alleanza che egli aveva stabilita con loro, quando li ha fatti uscire dal paese d’Egitto; perché sono andati a servire altri dèi e si sono prostrati dinanzi a loro: dèi che essi non avevano conosciuti e che egli non aveva dato loro in sorte”.
E dunque, scoperto che il “Dio geloso” non aveva gradito il cambio di alleanza (prima di tutto militare), andiamo a vedere come nei testi sumerici viene descritto quanto successo dopo la distruzione di Sòdoma, Gomorra, Adma, Zeboim e Zoar (che manca nella citazione del Deuteronomio). I puntini sospensivi indicano omissioni del testo, altrimenti davvero lungo. La traduzione è del celebre sumerologo professor Samuel Noah Kramer. Il testo è tratto dallo scritto conosciuto come “Lamentazione di Ur”:
“Sulla terra cadde una calamità, sconosciuta era all’uomo; una che mai prima fu vista, una che non poté essere sopportata. Una grande tempesta dal cielo… Una tempesta che uccideva la terra… Un vento maligno, come un torrente impetuoso… Una cruenta tempesta unita a un calore divampante…
Priva di giorno la Terra di sole splendente… la sera le stelle non rilucevano … Le persone terrorizzate a malapena respiravano, le ghermiva il vento maligno senza concedere loro un altro giorno… Le bocche erano piene di sangue, le teste nel sangue sguazzavano… Il volto era reso pallido dal vento maligno. Provocò la desolazione nelle città, la desolazione entrò nelle case; le stalle divennero desolate, e vuoti gli ovili… I fiumi di Sumer fece scorrere con un’acqua amara; i campi bene arati diedero gramigna, nei campi crebbe erba appassita”.
Una traduzione impressionante, che sembra descrivere un fallout nucleare, evento di distruzione più che moderna, propagatosi molto più ampiamente di quanto previsto dagli utilizzatori di quelle che nei testi sumerici vengono definite le “armi del terrore”. Un’ipotesi, questa, che ha fatto storcere il naso a molti, così come è capitato nei confronti di Zecharia Sitchin. Lo scrittore azero è stato spesso anche accusato di poca trasparenza circa gli originali da cui avrebbe tratto il testo da lui tradotto e di scarsa fedeltà nella traduzione. Ma Kramer, a differenza di Sitchin, era uno studioso noto e stimatissimo, e non certo uno scrittore di fantascienza. Né alcuno ha mai – nemmeno vagamente – messo in dubbio l’affidabilità delle sue traduzioni.
Manca qualcosa? No, se aggiungiamo che a Tal el-Hamaam, in Giordania, presunto sito dell’antica Sòdoma, sono stati trovati oggetti vetrificati, e che nel libro della Sapienza, risalente a circa 2000 anni dopo i fatti, si legge che la terra dove sorgevano queste città ancora era improduttiva.