Dopo la serata evento dedicata alla memoria di Franco G. Forte, la rassegna teatrale “L’Essere e l’Umano” riparte con uno spettacolo dedicato al personaggio omerico
Esistono personaggi che crediamo di conoscere, li nominiamo nei discorsi e dei quali abbiamo una visione forse bidimensionale: uno di questi è probabilmente Circe, la maga raccontata da Omero nell’Odissea e che è diventata quasi archetipo della seduzione e delle lusinghe sessuali. Ma chi era davveroCirce? Alessandra Fallucchi della compagnia Zerkalo, nel monologo “Circe: Le Origini”diretto da Marcella Favilla, ha provato a raccontare le diverse sfaccettature di una donna così profondamente moderna.
Lo spettacolo andrà in scena domani sera alle ore 21 al teatro Diana di Nocera Inferiore, nell’ambito della rassegna “L’Essere e l’Umano” a cura di Simona Tortora e Artenauta teatro con l’organizzazione di Giuseppe Citarella e il patrocinio del Comune.
Per parlare di “Circe: Le origini” abbiamo fatto quattro chiacchiere con Alessandra Fallucchi che sarà in scena e Marcella Favilla che, pur non facendo parte della compagnia, l’ha diretta.
Innanzitutto, parliamo dell’incontro con Circe: come è avvenuto?
A: «Desideravo fare un monologo su di un personaggio del mito, anche attraverso una riscrittura, e avevo come una fascinazione per questa figura femminile. Come regista avevo già lavorato sulfemminile nella storia, ad esempio sulle donne nella prima guerra mondiale».
M: «Da sempre mi piacciono i personaggi della mitologia greca, avendo fatto studi classici. Nell’incontro con Alessandra c’è stata un’illuminazione: le ho detto tu sei proprio Circe! Il personaggio le calza a pennello: c’era bisogno di un’attrice sensibile ma dotata di tantissima tecnica. È stata molto generosa nella costruzione e affidandosi nella direzione, ha un cuore enorme».
Parliamo della scrittura del monologo e delle fonti che avete utilizzato.
A: «Ci siamo imbattuti in Margaret Atwood, autrice di Circe/Fango e Madeline Miller, autrice del bestseller Circe: dalla prima abbiamo attinto per la parte più poetica, nello spettacolo ci sono delle voci registrate dove vengono recitati dei suoi frammenti poetici».
M: «Il romanzo della Miller ha invece influenzato la cronologia degli eventi raccontati».
Per la drammaturgia siete passati dalla scrittura al palco o viceversa?
A: «Prima abbiamo lavorato sul corpo del monologo, poi siamo andate in piedi: certo alcune cose sono cambiate sul palco. È stato un work in progress: abbiamo lavorato in tandem».
M: «Dal testo al palco con alcuni cambiamenti, ad esempio c’è maggiore eros».
Che Circe raccontate?
A: «La Circe dell’infanzia e dell’adolescenza, del rapporto con il padre Elios, quella che scopre la magia, la sessualità con Ermes, l’amore impossibile con Dedalo fino all’incontro con Odisseo: che è come la summa di una serie di esperienze, come capita per tutti. È una donna ma è anche il simbolo di come, per trovarsi, bisogna uscire nel mondo ed esprimere il proprio femminile. È un personaggio che ama ma che è anche molto solo».
Parliamo dei toni e dei registri del monologo.
A: «Lo spettacolo è molto dinamico e anche molto fisico: come dice Circe, magia, significa sporcarsi le mani. È un vero atto creativo. È uno spettacolo pop».
M: «Si ride, si sorride ci si emoziona, ha varie sfaccettature come la vita. È tutt’altro che statico».
Passiamo agli aspetti più tecnici. Musica, scenografia, oggetti. Cosa vedremo in scena?
A: «Ci sono alcuni vasi che rappresentano gli elementi, una struttura a forma di cubo che rappresenta un’isola ma anche la solitudine: c’è l’abito che indosso che riempie la scena».
M: «Per la colonna sonora avevamo bisogno di una musica di un tempo e di un luogo “astratto” e la musica elettronica si prestava anche per avvicinare il pubblico. Per cui ho pensato ai MassiveAttack».
Per l’acquisto dei biglietti è possibile rivolgersi al botteghino del teatro o telefonare al 3205591797 e al 3287892486.
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