La ragazza originaria di Milano si era stabilita dal 2017 presso la famiglia del fidanzato Noschese-Vacchiano. Accusata ingiustamente della morte prematura del giovane, i parenti l’avrebbero punita maltrattandola per mesi fino ad ucciderla abbandonando il corpo in un casale. Nell’omicidio coinvolto uno dei figli minori
C’è una svolta nel caso della scomparsa della giovane Marzia Capezzuti: arrestate questa mattina tre persone, parenti del fidanzato.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Salerno hanno infatti dato esecuzione ad una ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale Ordinario di Salerno nei confronti dei coniugi Damiano Noschese e Mariabarbara Vacchiano, nonché ad un’ordinanza custodiale in IPM emessa dal Gip presso il Tribunale per i Minorenni nei confronti di uno dei figli minori della coppia, su richiesta, rispettivamente, della Procura della Repubblica presso il Tribunale e della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Salerno. I giudici eruttenti hanno entrambi ritenuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei tre indagati, quanto all’omicidio della giovane Marzia Capezzuti, di origini milanesi, soggetto fragile e vulnerabile in quanto affetta da “disturbo della condotta in ritardo mentale di media gravità”. Per i soli indagati maggiorenni il Gip presso il Tribunale di Salerno, ha ritenuto altresì sussistenti gravi indizi anche in ordine ai delitti di tortura, maltrattamenti, sequestro di persona, indebito utilizzo di carte di pagamento sempre in danno della Capezzuti, cosi come contestato dalla accusa; nei confronti del minore, infatti, la richiesta cautelare, allo stato, riguarda la sola contestazione di omicidio ed occultamento di cadavere. La vittima, con un passato complesso di istituzionalizzazione, dal 2017 circa si era stabilita all’interno della piccola comunità di Pontecagnano Faiano ove aveva trovato ospitalità da parte del nucleo familiare Vacchiano/Noschese, in quanto legata da una relazione sentimentale con uno dei componenti della tamiglia, presso la quale era rimasta anche dopo la morte prematura di questi. L’insorgenza dell’astio nei confronti della giovane, da parte del nucleo familiare si riconnetterebbe al decesso del fidanzato della Capezzuti, decesso del quale questa sarebbe stata ingiustamente incolpata. Si ipotizza che la giovane, divenuta un’ospite “‘indesiderata” sarebbe stata sottoposta a maltrattamenti e torture per mero intento e spirito punitivo, ma soprattutto che gli indagati, dopo aver progressivamente isolato la ragazza, si sarebbero impossessati della sua pensione d’invalidità INPS prelevandola mensilmente fino al giugno 2022, come emerso durante l’attività investigativa svolta dai Carabinieri di Salerno con servizi di osservazione e pedinamento, nonché attraverso il sistema di videosorveglianza installato presso il solito ATM ove venivano eseguiti i prelievi. Per raggiungere il loro scopo gli indagati avrebbero sempre più progressivamente isolato la Capezzuti anche dai suoi stessi familiari: alla data della scomparsa, infatti, i genitori della ragazza erano ignari della permanenza della stessa presso la famiglia di Pontecagnano Faiano, essendo stato loro comunicato, nell’estate 2021, proprio da Mariabarbara Vacchiano, che Marzia si cra allontanata da Pontecagnano insieme ad un fantomatico fidanzato. {loadmoduleid 284}Gli ultimi momenti della vita di Marzia Capezzuti sono stati ricostruiti in entrambi i provvedimenti cautelari in base alla escussione di numerose persone vicine alla famiglia Vacchiano/Noschese, alcune anche presenti in casa al momento del suo verosimile allontanamento dalla stessa: secondo quanto ritenuto dai G.I.P., infatti, la Capezzuti sarebbe stata portata via proprio dai tre indagati dalla casa di residenza, in piena notte. E proprio sulla base di elementi dichiarativi acquisiti nei corso delle investigazioni che si è proceduto al monitoraggio della zona di rinvenimento del cadavere della giovane, rinvenimento avvenuto il 25 ottobre 2022 all’interno di un casolare abbandonato in Montecorvino Pugliano. Le analisi dattiloscopiche, ottenute comparando un frammento palmare, hanno permesso di formulare “un giudizio di identità tra il palmo presente sul file e il palmo della mano sinistra di Marzia Capezzuti”. Dette conclusioni risulterebbero suffragate, altresì, da ulteriori accertamenti tecnici eseguiti su materiale biologico estrapolato da un dente rinvenuto in prossimità del corpo. Il quadro indiziario evidenziato trova ulteriore conforto nella confessione extragiudiziale registrata in una videochiamara eftettuata sul social network Instagram tra il minore tratto in arresto e sua sorella Vacchiano Annamaria, durante la quale vi sarebbe stata una descrizione delle modalità dell’omicidio e del luogo in cui lo stesso sarebbe avvenuto. Il quadro indiziario ricostruito dai giudici dovra trovare conferma nei successivi gradi di giudizio nei quali gli indagati potranno articolare le loro difese, rimanendo ferma la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva di condanna.