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Nell’Antico Testamento se ne parla con una chiarezza sconcertante sia nell’Esodo che in Ezechiele. La pratica fu soppressa solo con la riforma di Re Giosia, avvenuta nel 622 a.C.
Abbiamo parlato, nel corso dei nostri appuntamenti settimanali, di come Yahweh, il “Dio” cristiano che secondo la teologia è il padre di Gesù, non fosse proprio uno stinco di santo: mangione, ubriacone, ma anche tremendamente crudele, come vedremo oggi.

Cominciamo con il ricordare che Yahweh è chiamato nella Bibbia “Ish milkama”, in lingua ebraica significa uomo di guerra. Un appellativo che gli è rimasto fino a tempi modernissimi. Quelli che hanno più di 60 anni ricordano il Sanctus recitato in latino con questi versi: “Sanctus sanctus sanctus, Dominus Deus sabaoth”. Sabaoth è la traslitterazione del termine ebraico ṣĕbā’ōt (plurale di ṣābā «esercito»). Nelle locuzioni bibliche troviamo Yahweh ṣĕbā’ōt «Yahweh degli eserciti», e Yahweh Elōhē ṣĕbā’ōt «Yahweh El degli eserciti». In ambito cattolico, con la cessazione della Messa in latino, lingua pressocché sconosciuta al popolo dei fedeli, si è poi preferito prudenzialmente mutare l’espressione con quella attualmente usata: «Signore Dio dell’universo».
Molti invece non immaginerebbero mai che oltre agli animali di cui abbiamo parlato in altri articoli, anche i bambini, e precisamente i primogeniti, erano da sacrificare a Yahweh. Questo è successo almeno fino al 622 a.C., quando re Giosia, importante riformatore della religione, non ne decretò il divieto, essendo più comodo per la classe sacerdotale, e meno cruento, incassare danaro e sacrificare animali in luogo di bruciare bambini.
La conferma di questa orribile pratica ce la dà Esodo 22, 28-29: “Non ritarderai l’offerta di ciò che riempie il tuo granaio e di ciò che stilla dal tuo frantoio. Il primogenito dei tuoi figli lo darai a me. Così farai per il tuo bue e per il tuo bestiame minuto: sette giorni resterà con sua madre, l’ottavo giorno me lo darai”.
A ulteriore conferma, in Ezechiele 20, versi 23-26, c’è poi il successivo (ed ennesimo) pentimento di Yahweh: “23 E nel deserto giurai loro, alzando la mia mano, che li avrei dispersi fra le genti e disseminati in paesi stranieri, 24 perché non avevano praticato le mie leggi, anzi, avevano disprezzato i miei decreti, profanato i miei sabati e i loro occhi erano sempre rivolti agli idoli dei loro padri. 25 Allora io diedi loro perfino statuti non buoni e leggi per le quali non potevano vivere. 26 Feci sì che si contaminassero nelle loro offerte facendo passare per il fuoco ogni loro primogenito, per atterrirli, perché riconoscessero che io sono il Signore”.
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