Il terzo spettacolo della rassegna “L’Essere e l’Umano” sarà una tragicommedia diretta da Eduardo Di Pietro, che abbiamo intervistato, sulla donne in attesa dell’incontro con i detenuti
Dopo “Danzando con il mostro” e “Hello I’m Jacket” la rassegna di Artenauta Teatro curata da Simona Tortora, con l’organizzazione di Giuseppe Citarella, si arricchisce di un nuovo capitolo con lo spettacolo del Collettivo lunAzione ideato e diretto da Eduardo Di Pietro dal titolo “Il Colloquio”.
Ciò che andrà in scena venerdì prossimo al teatro Diana di Nocera Inferiore è uno spettacolo ironico, divertente ma assolutamente carico di contenuti e di riflessioni. La tragicomica vicenda di tre donne interpretate da tre uomini, Renato Bisogni, Alessandro Errico e Marco Montecatino, che sono come sospese nell’attesa di un colloquio con i propri congiunti rinchiusi in carcere e che diventa occasione per dialogare, litigare, semplicemente vivere in un “non luogo” che è quasi un limbo tra la vita dentro e quella fuori dal muro di cinta dell’istituto di pena. Una realtà che riguarda molte carceri, in particolare nel sud Italia. Il Colloquio è un fantastico gioco teatrale fatto di scambi, di legami e di paradossi dove tutto è bilanciato: dal tono di voce utilizzato dai tre attori, che dichiarano al pubblico cosa andranno a creare di lì a pochi momenti, agli oggetti di scena e alla scarna scenografia, essenziale cornice di quel luogo freddo dove l’attesa è generatrice di situazioni diversificate. Per parlare dello spettacolo abbiamo incontrato Eduardo Di Pietro, regista ed ideatore della pièce.
Come nasce “il Colloquio”? «L’idea originale viene da una condizione di inefficienza che caratterizzava il sistema di ammissione ai colloqui con i detenuti nel carcere di Poggioreale. Ci tengo a dire che è un problema che oggi è stato parzialmente risolto ma che riguardava le lunghe file delle donne in attesa fuori dalle mura per avere un colloquio: queste donne erano costrette ad attendere dalla sera precedente per poter entrare. Nell’attesa succedeva di tutto. C’era anche un documentario molto interessante a riguardo dal titolo “il loro Natale” diretto da Gaetano Di Vaio che mi sembrava avere un grande potenziale teatrale: così ho coinvolto tre attori uomini che diventano in scena riflesso maschile di quelle donne con movenze e violenza. Non si tratta di una macchietta ma di una richiesta di complicità della platea per portare al limite le possibilità illusorie del teatro e la genuinità dell’atto teatrale».
Parliamo della costruzione dello spettacolo. «La costruzione è avvenuta sia con improvvisazioni che intervistando donne che si trovavano in quella condizione. Ci hanno consegnato modi di pensare, un gergo specifico del sistema carcerario, ma anche modi di parlare e situazioni paradossali nella loro tragicità».
Lo spettacolo è stato visto dalle donne che avete intervistato? «No, non l’hanno ancora visto: a parole c’è la volontà ma non è ancora successo». Dopo “Il Colloquio”, avete già in programma altri spettacoli? «Sì, il 2 maggio andremo in scena al Piccolo Bellini di Napoli con “La misura” con Martina di Leva e Marco Montecatini. Poi torneremo con lo spettacolo “Il talismano della felicità” e con la performance itinerante “Hosting”».
L’appuntamento è per venerdì 10 marzo alle 21 nel teatro di piazza Guerritore. Per l’acquisto dei biglietti, il cui costo è di 15€, 13 per under 18 e over 65, è possibile rivolgersi al botteghino del teatro o telefonando al 3205591797 e al 3287892486.{loadmoduleid 284}