Anche se nei capitoli 18 e 20 del Levitico ci sono parole contro l’omosessualità, l’episodio che riguarda questo importantissimo personaggio biblico rivela un amore maschile molto tenero
Gli ebrei di cui ci racconta la Bibbia non avevano una morale che possiamo definire irreprensibile. È il caso di Re Davide, osannato nel testo biblico e “benedetto da Yahweh”, da cui, secondo le genealogie, discende Gesù.
Avrebbe non solo avuto un bel numero di mogli, ma anche, invaghitosi di Betsabea, moglie di un suo ufficiale, Uria, mercenario hittita naturalizzato ebreo, fece letteralmente “carte false” per averla. Da lei Davide ebbe quello che sarebbe divenuto il celebre Re Salomone, che gli succedette. Davide la vide nuda mentre la schiava la purificava dalle impurità mestruali, la convocò e ebbe rapporti con lei. Quando successivamente lei gli fece sapere di essere incinta, prima cercò di concedere una licenza al marito impegnato in guerra perché potesse avere rapporti con Betsabea, mascherando così la gravidanza, e quando questi non adempì in ossequio ad un’usanza che voleva che un soldato non giacesse con la moglie appena tornato per rispetto ai suoi compagni caduti in battaglia, fece in modo che venisse mandato nelle prime file, avendo così maggiori possibilità di essere ucciso. E così fu. Davide potette dunque sposare Betsabea. Ma non solo le donne sono state passione di Davide. Irrisolto ma fortemente sospettato di omosessualità il suo rapporto con Gionathan, figlio del Re Saul.
L’inizio del rapporto tra i due è descritto in 1Samuele, 18: “1 Quando Davide ebbe finito di parlare con Saul, l’anima di Giònata s’era già talmente legata all’anima di Davide, che Giònata lo amò come sé stesso. 2 Saul in quel giorno lo prese con sé e non lo lasciò tornare a casa di suo padre. 3 Giònata strinse con Davide un patto, perché lo amava come sé stesso. 4 Giònata si tolse il mantello che indossava e lo diede a Davide e vi aggiunse i suoi abiti, la sua spada, il suo arco e la cintura”.
Davide, per inciso, era il genero di Saul, e cognato di Gionathan, avendo sposato la figlia Mikal.
Quando Gionathan viene a sapere che il padre vuole uccidere Davide per impedirne l’ascesa al trono, lo accompagna fuori le mura per metterlo in salvo, e quando rispondendo al padre Saul confessa di averlo fatto e di averlo lasciato andare Saul si arrabbia di brutto e dice al figlio: «Figlio perverso e ribelle, non so io forse che tieni le parti del figlio di Isai, a tua vergogna e a vergogna della nudità di tua madre?”.
Quando, poi, Saul bandisce David dal regno, negli ultimi due versetti del capitolo i due si salutano in un modo che anche ai più disattenti e superficiali induce qualche dubbio, tanto che sulla vicenda “sentono il dovere” di intervenire, per diluirla, anche il cardinale Gianfranco Ravasi e il Pontificio Consiglio della Cultura. Ecco il testo nella versione CEI in 1Samuele, 20: “41 Partito il ragazzo, Davide si mosse da dietro la collinetta, cadde con la faccia a terra e si prostrò tre volte, poi si baciarono l’un l’altro e piansero l’uno insieme all’altro, finché per Davide si fece tardi. Allora Giònata disse a Davide: «Va’ in pace, ora che noi due abbiamo giurato nel nome del Signore: il Signore sia con me e con te, con la mia discendenza e con la tua discendenza per sempre»”.
La chiusura di questa storia è la morte in battaglia di Saul e di suo figlio Gionathan. Nell’apprendere la notizia Davide si pronuncia così (2Samuele 1,26): “l’angoscia mi stringe per te, fratello mio Giònata! Tu mi eri molto caro; la tua amicizia era per me preziosa più che amore di donna”. Le deduzioni al lettore.