Nel corso dell’incontro, al quale parteciperanno noti cantanti, musicisti e registi, sarà mostrato un documentario per raccontare lo scenario musicale napoletano nel Medioevo
Giovedì 2 marzo alle ore 18.00, presso l’Università delle 3 età di Nocera Inferore, all’ interno del Convento Sant’ Antonio, si apriranno i lavori della nona edizione del progetto “ Scala napoletana” anche quest’ anno coordinato dall’associazione Cultura Viva.
Scala napoletana da nove anni rappresenta un appuntamento di divulgazione sull’importanza storica e culturale e sulle radici alla base del patrimonio musicale e letterario, sviluppatosi a Napoli dal Medioevo ai nostri giorni. Al centro degli incontri e dei convegni sin ora realizzati, c’è stato l’obiettivo di ricostruire le stratificazioni storiche che hanno portato la città partenopea ad essere una delle capitali musicali riconosciute a livello mondiale, grazie al suo patrimonio autoctono, riconoscibile e internazionalmente ammirato. Anche nel corso di questa edizione sarà indagato il ruolo e l’ importanza della Scala minore armonica di II° Bemolle sulle sue implicazioni culturali e sulle sue influenze in campo artistico letterario e poetico.
All’incontro, che rappresenta il segmento iniziale del lavoro di ricerca e di studio, parteciperanno l’autore e conduttore radiofonico e televisivo Rai Gino Aveta, il produttore discografico Claudio Poggi, il chitarrista Francesco Ponzo, il cantante Raffaello Converso, il contrabbassista Roberto Giangrande, il regista e autore Lino Volpe, e la ricercatrice Daniela Menafro della Soprintendenza Archivistica per la Campania. Verrà proiettato il documentario “Una storia della canzone a Napoli da Federico II alla Seconda guerra mondiale”, nel quale si affronta un percorso che restituisce lo scenario musicale napoletano dal Medioevo alla stagione d’oro della canzone napoletana, che ha visto operare in città autori come Salvatore di Giacomo, Ernesto Murolo, Libero Bovio, E.A.Mario. Il documentario, scritto e diretto da Lino Volpe, analizza il contributo offerto da figure fondamentali per lo sviluppo della forma canzone e racconta gli elementi di congiunzione tra musica colta e musica popolare; ospita, inoltre, apporti musicali e interventi raccolti nel corso di un lungo lavoro, tra i quali quelli di Carlo Morelli, direttore del Coro giovanile del Teatro San Carlo di Napoli, Giulio Raimondi, già Direttore dell’Archivio di Stato di Napoli, del sociologo Raffaele Savonardo dell’Università Federico II, di Antonio Sciotti e Luigi Ottaiano del Conservatorio di Benevento, dei giornalisti Giovanni Occhiello della Rai e Pietro Gargano de Il Mattino, oltre a quelli dei musicisti, Maurizio Pica, Massimo Volpe e Marco Zurzolo.
{loadmoduleid 284}Saranno, infine, ripercorse cronologicamente le tappe e le trasformazioni sul pianomorfologico, semiologico, grammaticale e musicale, della canzone scritta a Napoli a partire dal XVIII secolo, passando per il secondo conflitto bellico e arrivando ai mutamenti dei tempi odierni, con uno sguardo attento alla magnifica opera di Pino Daniele.