Madrina della serata, la pallavolista Paola Egonu. Recap di tutte le canzoni in gara. Televoto e demoscopica stravolgono la classifica. Ma cos’è la “demoscopica” e come incide?

Durante la terza puntata del festival di Sanremo di ieri sera, come di consueto, c’è stato il secondo ascolto di tutte le 28 canzoni in gara. La serata inizia in velocità e nella prima parte offre speranze che possa finire in orario, ovviamente disilluse.

Si esibiscono i primi cantanti in gara e fa quindi il suo ingresso la madrina della serata, la pallavolista Paola Egonu. La sportiva, che ha vestito la maglia della Nazionale, è stata al centro di diverse polemiche, accusata di vittimismo per aver  più volte denunciato comportamenti ed insulti subdolamente o apertamente razzisti, rivoltile. Ragione che l’ha portata a lasciare temporaneamente il nostro Paese e giocare in Turchia. Dopo aver dichiarato in conferenza stampa che l’Italia rimanga per il momento un Paese razzista, dove non tutti sono razzisti, ma il razzismo ancora è un qualcosa che oggettivamente molte minoranze subiscono (e non si capisce dove sia lo scandalo in questa affermazione che rispecchia semplicemente la realtà), chiarisce apertamente: “Amo l’Italia e vesto con orgoglio la maglia azzurra che per me è la più bella del mondo e ho un profondo senso di responsabilità nei confronti di questo Paese, in cui ripongo tutte le mie speranze di domani”. E direi che questo possa porre fine alle polemiche.
Ospiti della serata: Annalisa col suo successo “Bellissima”, Gue Pequeno dalla nave Costa Smeralda e i Måneskin, che tornano sul palco dell’Ariston dopo due anni di successi in tour in giro per il mondo. Si esibiscono insieme al chitarrista dei RATM, Tom Morello.
Salta invece l’attesa esibizione di Peppino Di Capri, probabilmente per un calo di voce. Sarà forse presente stasera, durante la serata delle cover. A sorpresa verso l’1:50 (!) sale sul palco Alessandro Siani con quello che sembrerebbe proprio un monologo tappabuchi per riempire lo spazio dell’esibizione rimandata. Fa comunque piacere rivederlo all’Ariston.
Riproposte tutte le canzoni, viene presentata la nuova classifica generale e come previsto il peso del voto del pubblico e della demoscopica cambia le carte in tavola. Mengoni sempre primo. Piace proprio a tutti, non c’è niente da fare. Secondo, Ultimo con “Alba”, terzo Mr. Rain con “Supereroi”. Avrà fatto colpo/tenerezza portare i bambini sul palco? Probabilmente sì. Quarto Lazza con “Cenere”, quinto Tananai.

Ma cos’è questa “demoscopica”? Ogni volta viene citata, ma non si capisce mai cosa sia. Ebbene, la giuria demoscopica non è altro che una giuria composta da un campione statistico dell’ “opinione pubblica”. Nello specifico, a Sanremo è composta da 300 soggetti, appassionati ed abituali fruitori di musica, acquirenti di dischi e concerti; selezionati da un’azienda che si occupa appunto di indagini statistiche, tra una platea eterogenea per sesso, provenienza ed età. Questa giuria è chiamata a votare attraverso un’App che ne raccoglie i voti. Il risultato ha un peso del 50%, come il televoto. La media tra questi ed i voti ottenuti nelle prime serate dalla sala stampa serve poi a creare la classifica generale.

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