La sterminata letteratura sanscrita, tradotta fino ad ora solo per il 5% circa, parla di alieni e di avanzate tecnologie riprodotte dalle Università. Ma non solo di quello …
Avreste mai immaginato che di alcuni personaggi della Bibbia si parla nei testi indiani risalenti a tremila ed oltre anni fa?
Tra l’altro, nei loro ponderosi testi, tra i quali il Mahābhārata, il Pradma Purana, il Samarangana Sutradhara, il Vimanika Shastra, tanto per citarne alcuni, si parla disinvoltamente di esseri superiori provenienti da altri mondi e di vimana, le astronavi che questi utilizzavano per spostarsi. Sono citati, oltre a dettagli sconcertanti sulla tecnologia che possedevano (compresi schermi televisivi, radar, pannelli solari, tipo di vestiario e di alimentazione studiati e in parte riprodotti nelle università indiane), anche le loro provenienze. Guarda caso vengono anche dalla costellazione di Orione, riprodotta per esempio dalla posizioni delle tre celebri piramidi egizie, e da pianeti orbitanti intorno alla stella Betelgeuse che della costellazione fa parte.
La costellazione di Orione è tenuta in grande considerazione praticamente in tutto il mondo antico, anche il meno conosciuto: tutti narrano di contatti con “figli delle stelle” provenienti da quei luoghi. Possibile tutti abbiano indistintamente inventato le stesse favole?
Ma torniamo ai personaggi della Bibbia: nel Bhavishya Purana sembrano essere presenti personaggi a noi ben noti. Iniziamo con il citare il testo dove Narayana (una divinità identificata con Vishnu) assicurò Kali che presto un uomo di nome Aadam e la donna di nome Havyavati, Mleccha, ovvero “stranieri”, creati in terre lontane da una divinità, da cui era discesa una progenie, avrebbero promosso la causa dei Mleccha e accelerato la diffusione del Kali Yuga, ovvero un’era oscura caratterizzata da numerosi conflitti e da una diffusa ignoranza spirituale.
Sembra che Vishnu stesso abbia consigliato a un re Mleccha, ovvero “straniero” di nome Nyuh di costruire e lanciare un’enorme nave (l’arca di Noah?) per salvare i credenti di Dio.
C’è poi la storia di A-Brahma e Saraswati: A Brahma, una delle divinità del mondo indiano, comincia a non andare più bene il modo di portare avanti la religiosità nel suo mondo. Tra l’altro egli non crede più nell’essere supremo dell’induismo, e diventa A-Brahma (alfa privativa delle lingue indoeruopee).
Con la moglie Saraswati (gli Swati o Swatey sono una tribù pashtun del Pakistan, quindi è “Sara degli Swati”), con i loro discepoli, vengono allontanati dalla comunità, e come riferisce il Bhavishya Purana vengono mandati lontano, nella terra dei due fiumi, che sappiamo essere il Tigri e l’Eufrate.
Associare i nomi e le storie citate ad Adamo ed Eva e ad Abramo e Sara non è solo una tentazione. Siete d’accordo? Fatecelo sapere e segnalateci gli argomenti che vi piacerebbe fossero trattati.{loadmoduleid 289}