Dalle morti sul lavoro per costruire gli stadi, all’impatto ambientale ed economico: ecco alcune curiosità sul secondo mondiale consecutivo senza gli azzurri
È iniziata ieri l’edizione numero 22 dei campionati mondiali di calcio, che vedrà per circa un mese 32 squadre darsi battaglia per arrivare a disputare la finale del 18 dicembre al Lusail Iconic Stadium.
La cerimonia di apertura ha avuto inizio alle 15:40 con uno show di circa mezz’ora orchestrato dall’italiano Marco Balich, veterano quando si parla di cerimonie di apertura e simili, nell’enorme Al Bayt Stadium costruito nel deserto proprio per ospitare i mondiali qatorioti. Subito dopo la prima partita della manifestazione,tra i padroni di casa del Qatar e l’Ecuador terminata senza storia, con un secco 2-0 a favore dei sudamericani e non senza l’imbarazzo di molti tifosi locali che hanno abbandonato le tribune già durante l’intervallo, probabilmente delusi da quanto visto in campo. A dirigere il match c’era l’italiano Daniele Orsato. Calcio a parte, diverse sono state le polemiche sollevate per quella che sarà la prima edizione ospitata dal piccolo paese mediorientale, grande all’incirca quanto il “nostro” Abruzzo ma ricchissimo: analizziamole. Partiamo dai costi sia in termini economici che di capitale umano. Secondo le stime il mondiale sarebbe costato al Qatar, tra costruzione di infrastrutture, stadi ed altro addirittura 220 miliardi di dollari; inoltre, per la costruzione di sette degli otto stadi, tirati su ex novo, sarebbero morti oltre 6000 operai, almeno secondo le stime del Guardian. Ciò che più fa storcere il naso è che questo sacrificio umano ed economico potrebbe risultare vano: cosa se ne potrà mai fare una popolazione di poco meno di 3 milioni di persone di 8 stadi ipertecnologici? Altra polemica riguarda il periodo dell’anno in cui si svolgerà la manifestazione, tra novembre e dicembre invece che nel classico periodo estivo: la scelta, obbligata dal fatto che in estate le temperature qatariote toccano agevolmente i 45° con picchi anche per quanto riguarda il tasso di umidità, ha condizionato e probabilmente condizionerà lo svolgimento dei massimi campionati di calcio nazionali che si sono dovuti fermare a poche settimane dall’avvio stagionale. Ancora l’impatto ambientale vista la cementificazione e il tasso di inquinamento destinato a crescere nel corso dell’intero mese per poter far funzionare e raffreddare gli stadi e i diritti umani negati con incommentabili esternazioni degli organizzatori su omosessualità e diritti delle donne. Insomma si preannuncia un’edizione storica più per gli aspetti negativi che per quelli positivi. Forse, al di là della delusione sportiva, è stato un bene per l’Italia il non essersi qualificata per la fase finale di questi campionati del mondo. Nonostante sia la seconda volta consecutiva dopo l’assenza del 2018 in Russia. {loadmoduleid 284}Per concludere questa amara dissertazione, ecco quelle che potrebbero essere le nazionali candidate alla vittoria finale: indiziata principale è la Francia di Kylian Mbappè, che potrebbe bissare il successo di quattro anni fa, seguita dal Brasile di Neymar, campione per l’ultima volta nel 2002. Outsider della competizione potrebbe essere invece la Serbia che ha tra le fila ben 11 giocatori provenienti dalla nostra serie A. Ecco infine alcune curiosità sportive: al mondiale parteciperanno 831 calciatori, il Bayern Monaco sarà il club più rappresentato con 17 giocatori arruolati dalle rispettive nazionali, Cristiano Ronaldo è il giocatore ancora in attività che arriverà in Qatar con il bottino più alto per quanto riguarda i gol con la nazionale, addirittura 117. Le partite in programma oggi: Inghilterra-Iran (ore 14:00), Senegal-Olanda (17:00), USA-Galles (20:00) {loadmoduleid 289}