L’esordio giovanissima al Bagaglino, poi una catena ininterrotta di successi in teatro e in Tv. Ed ora la battaglia più importante, in cui si propone come esempio per gli altri
Ora ai suoi grandissimi meriti artistici può affiancare quelli di donna coraggio: parliamo di Laura Di Mauro, la cantante, attrice e ballerina che da ben 36 anni calca i palcoscenici teatrali e televisivi italiani collezionando successi su successi.
Laura, da alcuni mesi, ha iniziato la più difficile delle sue battaglie, quella contro il cancro. Ma ha scelto di combatterla non solo con coraggio, ma usare i social per tenere aggiornati i suoi fan con toni scherzosi che aiuteranno tanti ad affrontare il problema con la forza necessaria. “Diario di bordo, data astrale 11 ottobre 2022“, scrive su suo profilo facebook prima delle sedute di chemio…
– Gianfranco D’Angelo, Christian De Sica, i fratelli Giuffrè, Gianfranco Iannuzzo, Franchi e Ingrassia tra i tanti attori, e poi Garrison, Andrè De La Roche, Sergio Iapino tra i coreografi; Pier Francesco Pingitore e Pietro Garinei tra gli autori, e Fantastico 8, Fantastico 9, Fantastico Baudo, Fantastica Carrà, RaiMondo, Lascia o Raddoppia, Domenica In tra le trasmissioni televisive. Hai lavorato in questi anni con tutti…
«Ho cominciato a 19 anni, nel 1986, al Bagaglino con Mario Castellacci e Francesco Pingitore. Con loro ho vissuto la prima diretta Rai dal Bagaglino, con “Per chi suona la campanella“, un’idea televisiva che poi è stata ripresa da Canale 5».– Dopo il ruolo di ballerina è arrivato quello di cantante e attrice…
«Quando ho iniziato io in Italia non se ne parlava proprio di fare le tre cose insieme: ballare, cantare e recitare. Ma io l’ho fatto fin da piccola. Pensa che vinsi anche una selezione per lo Zecchino d’Oro. Sono sempre stata molto intonata. Ricordo che mi mettevo a giocare in bagno, con la spazzola che diventava il mio microfono», dice sfoderando un sorriso da illuminare la stanza.
– So che è difficile scegliere il progetto che ti è piaciuto di più. Ma almeno dicci quello che ricordi più volentieri per qualche motivo particolare.
«Ci sono due spettacoli particolari. Mi ha emozionato molto fare “A Chorus line” con la Compagnia della Rancia, perché fu il primo musical americano che arrivò in Italia. Ci fu un’audizione alla Dear che durò tantissimo: dalle 9 di mattina a dopo mezzanotte. Ritrovarmi a interpretare il personaggio di Val fu una emozione intensissima. Avevo già lavorato al Sistina, e per me la commedia musicale italiana era congeniale. Ho sempre voluto fare le tre cose insieme e la Goggi era il mio faro, per la sua completezza artistica. Amavo già il musical e quella fu una esperienza forte. Poi c’è la grande emozione di essere presa da Pietro Garinei e interpretare il ruolo di Francesca Micuzzi in “Vacanze romane“, lavorando con il grande Armando Trovajoli».– So che hai rinunciato al palcoscenico di Sanremo per lavorare con Gianfranco D’Angelo.
«Si, vero. Giampiero Artegiani mi aveva scritto la canzone per la finale di Castrocaro, dove ero entrata. Una canzone, “a casa di Luca“, che dopo diede alla Salemi. Io continuavo a fare le audizioni in teatro. Il mio pallino era lavorare con Garinei, entrare al Sistina e interpretare non un ruolo secondario, ma il personaggio di Rosetta nel Rugantino: lo sentivo mio da sempre. Ma in quel momento il ruolo lo aveva Sabrina Ferilli. Garinei me lo fece presente e mi disse che comunque mi avrebbe tenuta in considerazione. Dopo dieci giorni la segretaria di Garinei per propormi una tournée con Gianfranco D’Angelo e Wilma Goich. Fu più forte di me: da Castrocaro si arrivava direttamente a Sanremo, ma per me la scelta fu facile: la tournée del Sistina, diretta da Garinei e al fianco di grandi artisti, potendomi esprimere non solo con un microfono ma interpretando un ruolo a 360 gradi. Ancora oggi sono qui, e ti assicuro che vivere di teatro, ieri come oggi, non è facile. Io ci sono riuscita».
– Certo, ma il contatto diretto con il pubblico ha un altro sapore...
«Esatto Gigi! È un’emozione tutte le sere, che non è mai uguale. Io ho bisogno di avere uno scambio diretto con il mio pubblico, che finisce con affezionarsi al personaggio che interpreti. Ecco: quando mi chiamano con il nome del personaggio anche quando indosso i panni di Laura Di Mauro vuol dire che il personaggio è arrivato davvero fino in platea».– Parliamo del momento difficile che stai attraversando: attraverso i social trasmetti quasi il senso che per te sia un gioco affrontare (e vincere) il cancro…
«Ti spiego: quando l’ho saputo mi è arrivata davvero una tegola in testa. Sono sempre stata restia a fare gli screening, anche per paura: ho perso per tumore al colon la mamma, e con un tumore al rene il mio papà. Anche il mio gatto l’ho perso per cancro. Adesso me ne vergogno, ed anzi approfitto per dire a tutti di non fare come me. Poi quasi per caso ho appoggiato la mano sul seno destro facendomi sentire qualcosa di anomalo, che mi ha insospettito. Il giorno dopo mi sono precipitata a fare tutti gli screening. Diciamo che mi sento miracolata perché siamo arrivati in tempo. E dal tuo giornale lancio un appello alle donne: non siate timorose, fate tutti gli esami senza timore del risultato. Non pensate “a me non può capitare”, perchè invece capita. E se siete costanti negli esami avete tantissime possibilità di arrivare in tempo, e oggi le cure sono davvero eccezionali. Giocare sui social sull’argomento è anche questo: sdrammatizzare per dare forza agli altri, perché se preso in tempo oggi dal cancro si guarisce».– La tua malattia influirà sulla tua stagione teatrale?
«Purtroppo sì. Nella prima fase della chemio sono stata necessariamente a riposo perché era impossibile fare qualsiasi cosa. Oggi sono stanca, debilitata, ho difficoltà nei fiati, ma ho bisogno del palcoscenico, della forza che mi dà. La produzione di Massimo Romeo Piparo mi ha meravigliosamente lasciato le porte aperte, e quando sarà possibile, non a tutte le repliche, riprenderò i panni di Tania. Ho voglia di poter dire al mio pubblico che ci sono e sono sempre io, e che è stato un incidente di percorso che non ha cambiato la Laura che loro conoscono. Sarà un messaggio per dire “non lasciatevi abbattere dalle terapie”. La testa è importante per guarire, e nessuno deve perdere la lucidità per combattere al meglio».
Grande Laura! Ed attraverso il Risorgimento Nocerino tutti i tuoi fan potranno continuare, come già fanno ogni giorno, a testimoniarti il loro affetto per darti la forza che ti occorre!{loadmoduleid 289}