Il direttore della struttura sita in via Vescovado ha parlato dell’evento in programma domani sera e si è soffermato su alcune delle opere conservate
Salvatore Alfano dirige il Museo diocesano «San Prisco» di Nocera Inferiore dal settembre del 2018.
Domani sera, sabato 15 ottobre, le sale del piccolo ma prestigioso museo, insieme al cortile che ospita l’ex seminario vescovile, si apriranno al jazz di Alessandra Tumolillo, una giovane artista napoletana molto apprezzata nel panorama regionale e non solo. L’iniziativa, promossa dal consigliere comunale Ferdinando Padovano e dall’Amministrazione retta dal sindaco De Maio, dalla Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno e dall’Archeoclub Nuceria Alfaterna, sarà l’occasione per ascoltare buona musica e scoprire, attraverso visite tenute da esperti del settore, le bellezze custodite all’interno della struttura. Ne abbiamo parlato proprio col direttore Alfano, che ci ha accompagnato in una sorta di “viaggio virtuale” all’interno della struttura di via Vescovado.
Il museo diocesano di Nocera sta per accogliere un evento musicale. Un motivo in più per raggiungere la Curia, visitare le sale e scoprire questo gioiello.
«Non è la prima volta che il Museo diocesano di Nocera ospita della musica. Abbiamo ospitato già in passato eventi del genere, sia negli spazi della Curia, sia presso il Battistero. Ma siamo lieti di farlo in collaborazione con un’associazione come l’Archeoclub e con il consigliere comunale Ferdinando Padovano. È certamente una delle iniziative più importanti che abbiamo ospitato. Questo evento ci permette anche di fare rete con le altre realtà del territorio. È una prassi che seguiamo da tempo con l’ufficio comunicazioni sociali, diretto da Salvatore D’Angelo, ma si tratta anche della volontà del nostro vescovo Giuseppe Giudice che non solo promuove la cultura, ma vuole che i beni della diocesi vengano aperti al pubblico».
{loadmoduleid 284}Quando è entrato per la prima volta in questo museo, quale opera l’ha colpita di più?
«È stata la “Pietà” di Angelo Solimena, un’espressione artistica della pittura italiana tra le più notevoli che abbiamo la fortuna di avere qui a Nocera. È un’opera che potrebbe trovare spazio in un qualsiasi museo del mondo».
E oggi, dopo tutti questi anni, qual è la sua preferita?
«Ho la fortuna di essere responsabile, parola che mi piace molto più di direttore, di questo museo. Devo dire che lo apprezzo nel complesso. Apprezzo particolarmente quei piccoli manufatti artistici in argento che possono sembrare insignificanti ma rappresentano uno spaccato della storia e della cultura cristiana del nostro territorio. Questi oggetti raccontano la devozione popolare che si manifestava all’interno di ogni singola chiesa».
Un lavoro costante, il suo, teso anche al restauro di queste opere d’arte. Quanto è difficile trovare i fondi?
«Conservare i beni è uno dei capisaldi dell’attività di un’istituzione museale. In questi anni ho cercato di migliorare in toto la qualità delle sale che ospitano le opere, attraverso macchine che gestiscono il riciclo dell’area, che apportano benefici sia alle opere che ai visitatori. Ma abbiamo portato avanti progetti di restauro di tante opere».
Vogliamo lanciare un appello ai cittadini e agli imprenditori di tutta la diocesi?
«Naturalmente, questi interventi hanno un costo molto elevato. La disponibilità di risorse da parte di un piccolo museo diocesano non sempre è alta. Finora, la maggior parte delle opere che abbiamo restaurato e dei miglioramenti ambientali che abbiamo apportato sono stati resi possibili per merito dei fondi cui abbiamo attinto grazie alle risorse che l’8 per mille alla Chiesa cattolica destina alle iniziative culturali. Siamo aperti alla disponibilità di reperire fondi anche attraverso la partecipazione dei privati. Soprattutto per opere per le quali il recupero ha un costo particolarmente elevato».
{loadmoduleid 289}Per il prossimo futuro, si sta parlando della volontà di ampliare il museo.
«È volontà del vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, che è sempre attento alle necessità dei beni culturali della diocesi, dell’ufficio tecnico, diretto dall’architetto Angelo Santitoro e del sottoscritto sfruttare alcune sale adiacenti al museo che sono state recentemente liberate da alcuni uffici per ampliare il nostro museo, aprendolo alla possibilità di ridistribuire ciò che abbiamo e di ospitare nuove opere. Spero che tutto avvenga in un futuro non troppo lontano».
Abbiamo parlato dell’apertura straordinaria del 15 ottobre. Ma chi volesse venire in altri giorni, quando può trovarlo aperto?
«Il museo è visitabile in occasioni speciali come il ricchissimo “maggio culturale del 2022”, che riproporremo nel prossimo anno, e tutti i lunedì e i venerdì mattina, secondo gli orari di apertura della curia. Siamo sempre disponibili a ospitare gruppi e associazioni, basta inviare una email all’indirizzo [email protected]».