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Il ministro Cingolani ha firmato un provvedimento che riscrive tempi di accensione e temperatura degli impianti; le famiglie però risparmieranno fino a 179 euro

termosifoneCon l’avvicinarsi dell’inverno il Governo è corso ai ripari per far fronte al continuo aumento dei costi del gas.

Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha infatti firmato un nuovo decreto che promette un taglio dei consumi con un risparmio medio per nucleo familiare di circa 179 euro in bolletta.
«Il decreto – ha detto Cingolani– stabilisce nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale e la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati, da applicare per la prossima stagione invernale come previsto dal Piano di riduzione dei consumi di gas naturale».
{loadmoduleid 284}Di fatto si ridurrà il periodo di accensione degli impianti di un’ora al giorno e il periodo di funzionamento per la stagione invernale 2022-2023 sarà ridotto di 15 giorni, posticipando quindi di 8 giorni la data della prima accensione e anticipando di 7 la data di chiusura. Il provvedimento sarà piuttosto flessibile così da adattarsi alle 6 zone climatiche in cui è stato diviso il Bel Paese. A Napoli, che è stata inserita nella zona C, i riscaldamenti saranno accesi per 9 ore al giorno dal 22 novembre al 23 marzo.
In presenza poi di condizioni meteorologiche particolarmente severe, le autorità comunali avranno la libertà di autorizzare l’accensione degli impianti termici anche al di fuori dei periodi indicati al decreto. Sul fronte temperatura si passerà dai 18 gradi ai 17 gradi per le attività industriali e dai 20 ai 19 per tutti gli altri edifici.
Non mancheranno le eccezioni. «Le nuove regole- si legge nel provvedimento – non si applicano agli edifici adibiti a luoghi di cura, scuole materne e asili nido, piscine, saune e assimilabili e agli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili per i quali le autorità comunali abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura dell’aria, oltre che agli edifici che sono dotati di impianti alimentati prevalentemente a energie rinnovabili».
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