La calda voce, prediletta dal celebre pianista jazz, è pronta a registrare il suo nuovo lavoro, “Messy Queen”, presentato quest’anno per la prima volta al Nardò Jazz Festival
È stato “The voice“, nella squadra della indimenticata Raffaella Carrà, il primo appuntamento professionale per Valentina Ranalli, oggi apprezzatissima cantante jazz (ma non solo) e voce preferita dal maestro Enrico Pieranunzi.
– Valentina, dal 2014 ad oggi cosa è cambiata professionalmente la tua storia?
«Tantissimo, a partire dal modo di approcciarmi ai miei desideri. The Voice è stato per me il momento in cui mi sono accorta che quel mondo non mi apparteneva nel modo in cui mi era stato presentato. Volevo si conoscesse Valentina Ranalli, la sua voce e le sue idee musicali, ma quello non era il contesto giusto. E allora meglio mantenere l’autenticità delle mie idee anche in ambienti più piccoli».
– Quindi hai scelto semplicemente di cantare jazz …
«Non è così semplice, e nemmeno amo essere “settorializzata”. La musica è bella tutta, e la mia collaborazione con Enrico Pieranunzi ne è un esempio. A The voice presentarsi e mettere in competizione la propria voce di fronte ad un pubblico così variegato, anche nei gusti musicali, è stato un po’ come essere nudi per strada».– Ecco, parliamo di Pieranunzi: sveliamo il modo quasi “fiabesco” con cui è avvenuto l’incontro tra voi e come sei diventata la sua cantante prediletta.
«Fammi innanzitutto sottolineare che questa è, fino ad oggi, la soddisfazione più grossa della mia carriera. Enrico è stato il mio idolo da sempre: ho amato profondamente le sue composizioni, che ho divorato, studiato e interiorizzato. Sono state la colonna sonora di molti momenti della mia vita. Ma veniamo al racconto. Ero a Roma al Conservatorio Santa Cecilia per il biennio, e la mia insegnante, Carla Marcotulli, mi chiede di fare come finale del percorso del biennio un progetto su uno dei miei idoli musicali. Non potevo scegliere altri che Enrico Pieranunzi, e quindi ho scelto alcuni dei suoi pezzi, ho dato delle mie idee sul riadattamento per la voce, ho scritto dei testi, che è una delle mia grandi passioni anche perché nello scrivere riesco ad esprimermi nel modo migliore. Ho presentato il tutto nel mio lavoro finale di tesi che si chiamava “Cantare Pieranunzi“, e mai avrei immaginato che questo lavoro finisse nelle mani di Enrico Pieranunzi, grazie a Carla Marcotulli! La mia insegnante aveva ritenuto il progetto interessante e lo aveva presentato alla protagonista. Enrico Mi ha voluto conoscere, ci siamo incontrati a Roma per un caffè, ci siamo scambiati delle idee benchè fossi emozionatissima nell’incontrarlo. Da quell’incontro ne sono nati altri durante i quali a volte abbiamo suonato a lungo, dimenticandoci anche del pranzo. Da tutte queste cose poi è nata l’idea del disco, che è uscito il 1° aprile di quest’anno e si chiama, appunto, “Cantare Pieranunzi”. Il disco, registrato con Alfamusic, contiene i brani preparati per la mia tesi ed altri brani nati in secondo momento. Alcuni brani sono molto intimi, con solo voce e pianoforte; altri molto più carichi nell’andamento ritmico e in quintetto, con giovani e promettenti musicisti che si chiamano Giacomo Ferino (tromba), Giuseppe Romagnoli (contrabbasso), Cesare Mangiocavallo (batteria)».
– Il tuo percorso rispetto alla discografia, partendo da Oversea presentato a San Diego a Rise Stretch che hai cantato nell’album di Sergio Forlani…
«Sono partita facendo diverse collaborazioni qua e là, perché l’emotività in qualche modo mi condizionava. Poi, come ti ho detto, da The voice in poi Valentina ha deciso di cambiare toni. Oversea è stato il mio primo progetto nato solo dalle mie idee. Sono molto orgogliosa di averlo presentato in California perché la musica nasce da loro ed è nella loro lingua. A San Diego vengo sempre accolta in maniera molto calorosa e grazie a Rosario Monetti, che è il responsabile della direzione artistica dell’Italian Film Festival a San Diego, io vengo spesso invitata come rappresentante italiana a questa manifestazione, dove presento i miei progetti, comprese alcune rivisitazioni della cultura napoletana. Poi abbiamo presentato quest’anno al Nardò Jazz Festival per la prima volta un nuovissimo progetto: “Messy Queen”, che porto avanti con Francesco Marziani alle tastiere, Max Del Pezzo alle percussioni e Antonio Napolitano alla chitarra e che proveremo a registrare a breve».{loadmoduleid 289}