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In una lunga nota è stato chiesto un “confronto e un serio supplemento di riflessione per superare le conflittualità”

acquaIl Consiglio di Distretto Sarnese Vesuviano dell’Ente Idrico Campano è chiamato oggi a esprimersi nuovamente sulle tariffe Gori.

Tariffe – come si legge in una note redatta dalla Rete dei Comuni per l’acqua pubblica – che possono e devono essere diminuite, visto che da anni sono di gran lunga le più alte della regione e tra le più salate d’Italia, e che già nell’anno in corso hanno subito un rincaro del 2,4% e che potrebbero averne altri ancora più significativi, andando a incidere su una lunga serie di aumenti record, considerato che solo tra il 2012 e il 2019 i costi sono schizzati in alto con un aggravio di oltre il 70% a carico dei cittadini. Tanto che gli introiti tariffari annui della Gori sono passati in poco tempo da 120 a oltre 210 milioni di euro, a fronte invece di un servizio spesso scadente e investimenti insufficienti che arrivano in larga parte da risorse pubbliche, come i recentissimi 50 milioni dei fondi PNRR previsti per il programma React UE per la riqualificazione delle reti idriche fatiscenti. La Rete dei Comuni per l’Acqua Pubblica ha tentato in ogni modo di aprire un confronto per trovare una soluzione condivisa sia sulla tematica delle Partite pregresse “ante 2012” che sulle tariffe 2012-2015 annullate dalla sentenza 5309/2021 del Consiglio di Stato. Tuttavia non è stato mai aperto un vero confronto che potesse portare a superare la conflittualità e non si può che esprimere profondo rammarico per l’incapacità di trovare una soluzione condivisa per superare il lungo contenzioso che ha investito il territorio relativamente alla gestione del servizio idrico da parte della GORI SpA.
{loadmoduleid 289}A fronte di un contenzioso che pone in discussione cifre rilevantissime, superiori ai 200 milioni di euro, la Rete dei Comuni per l’Acqua Pubblica ha chiesto di dare un segnale forte, attraverso il rimborso agli utenti di quanto dovuto o una significativa riduzione delle tariffe, anche trattando su cifre lontane dai 200 milioni. Nessuna proposta è arrivata né tantomeno alcuna discussione di merito è stata fatta. Dinanzi a una gestione che per lungo tempo è stata caratterizzata da inefficienze notorie e documentate, non si può accettare un ennesimo colpo di spugna, perfino dopo l’intervento dell’Autorità Giudiziaria Amministrativa che ha aperto il varco per procedere a una revisione della gestione GORI, trovando soluzioni che consentissero la chiusura di una lunga stagione di conflittualità. Purtroppo, nonostante le evidenze, troppe resistenze sono arrivate contro la ricerca di un accordo che potesse, almeno parzialmente, ristorare i cittadini per la mala gestione, e c’è chi è rimasto ancorato a posizioni ideologiche prive del necessario buon senso che, almeno nell’intenzione della Rete dei Comuni per l’Acqua Pubblica, avrebbe dovuto caratterizzare una nuova stagione di coesione e unitarietà di tutte le forze del Distretto Sarnese Vesuviano. Perciò i dieci rappresentanti dei Comuni per l’Acqua Pubblica non possono sostenere deliberati che rappresentano un colpo di spugna sulle inefficienze denunciate da tempo e rinnovano l’impegno alla contestazione giudiziale delle decisioni che eventualmente verranno prese. Tenuto conto dell’assenza di urgenza nell’assumere decisioni sulle tematiche all’ordine del giorno, invitiamo a un serio supplemento di riflessione e ad aprire un confronto vero per trovare una soluzione che consenta di procedere al superamento della conflittualità che caratterizza la gestione del servizio idrico nel nostro territorio. In caso contrario sarà inevitabile la posizione di voto contrario
”.
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