La fine dell’esecutivo ha avviato una reazione a catena culminata con la fine anticipata della legislatura e, conseguentemente, alle elezioni.
Le odierne dimissioni irrevocabili di Mario Draghi da presidente del Consiglio nonché lo scioglimento anticipato delle Camere da parte di Sergio Mattarella aprono lo scenario delle elezioni a settembre, per la prima volta nella storia repubblicana.
La scelta del 25 settembre, inizialmente si era ipotizzato il 18 settembre come data per l’election day, sembra rispettare sia il dettato costituzionale che all’articolo 61 prescrive che «le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti» sia la prassi dettata dalla legge di attuazione della riforma Tremaglia, secondo la quale è necessario passino almeno sessanta giorni dalla fine della legislatura per consentire l’organizzazione dei voti per gli italiani all’estero. Inizia così un’estate ancor più rovente per la politica italiana chiamata a fare campagna elettorale sotto l’ombrellone con la deadline per la presentazione delle liste fissata praticamente a ferragosto.{loadmoduleid 289}{loadmoduleid 288}