Una vita dedicata alla cultura, la storia e la politica del suo Paese. Fondatore de L’Espresso e La Repubblica, è stato un punto di riferimento per il giornalismo italiano

Si è spento stamattina a Roma, all’età di 98 anni, Eugenio Scalfari; ritenuto tra i più grandi giornalisti del ‘900.

Nato nel 1924 a Civitavecchia, è stato scrittore, giornalista, fondatore e direttore del settimanale d’inchiesta, cultura, economia e politica “L’Espresso” e del quotidiano “la Repubblica”.

Padre di una comunicazione nuova per l’editoria italiana, ha avuto anche una breve parentesi politica come deputato della Repubblica con il PSI tra il 1968 ed il ’72. Non ha però mai smesso di occuparsene, sin dagli esordi come collaboratore per periodici e riviste fasciste in periodo universitario (da cui fu poi espulso perché ritenuto un “imboscato”) agli ultimi anni, in cui ha continuato a partecipare a colloqui politici e talk televisivi e tenere una rubrica domenicale su “la Repubblica”.
Temi principali del suo lavoro da giornalista sono stati infatti la politica e l’economia italiana ed estera. Negli ultimi anni s’era poi dedicato con passione al ruolo di scrittore, trattando questioni morali, filosofiche e religiose.
Dal mondo politico i saluti di alcune delle più alte cariche dello Stato.

“Scalfari è stato assoluto protagonista della storia del giornalismo nell’Italia del dopoguerra. La chiarezza della sua prosa, la profondità delle sue analisi, il coraggio delle sue idee hanno accompagnato gli italiani per oltre settant’anni” ha dichiarato in Aula il Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, dopo aver osservato un minuto di silenzio in ricordo del giornalista.

Mario Draghi ricorda l’uomo politico e la persona: “Deputato della Repubblica, ha accompagnato il suo amore per il giornalismo all’impegno civile e politico, all’alto senso delle istituzioni e dello Stato. A me mancheranno molto i nostri confronti, la nostra amicizia”.

 

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