Contro ogni pronostico la squadra allenata da Bearzot, grazie alla tripletta di Paolo Rossi, sconfisse i verdeoro, aprendosi la strada alla vittoria finale del torneo
Il Campionato Mondiale di calcio è un evento che è in grado di unire generazioni, creare legami, scatenare reazioni ed emozioni estremamente variegate a seconda delle situazioni e degli sviluppi.
Per l’Italia ancora brucia la mancata qualificazione all’edizione russa del 2018 e a quella 2022 che si svolgerà in Qatar; facendo uno sforzo di memoria e immaginando di poter utilizzare una macchina del tempo, ritorniamo per un solo momento all’edizione del 1982 quando la nazionale italiana si laureò vincitrice per la terza volta nella sua storia. Più precisamente torniamo indietro al 5 luglio esattamente a quarant’anni fa, quando la Nazionale allenata da Enzo Bearzot sconfisse nella seconda fase a gironi il Brasile favorito per la vittoria finale del mondiale grazie ad una tripletta del compianto Paolo Rossi.
Iniziamo col dire che, fino a quel momento, il percorso degli azzurri era stato abbastanza deludente con un girone superato grazie a tre pareggi contro Polonia, Perù e Camerun. Per la seconda fase gli azzurri capitarono in quello che fu ribattezzato il “girone della morte” con l’Argentina campione del mondo uscente e con un Brasile che poteva schierare campioni del calibro di Socrates, Zico e Falcao. Contro ogni pronostico gli Azzurri riuscirono a contenere la formazione albiceleste, imponendosi per 2 a 1 grazie ai gol di Tardelli e Cabrini e lo stesso fece la nazionale verdeoro che si aggiudicò per 3 a 1 il derby sudamericano.
{loadmoduleid 288}Con la nazionale di Diego Armando Maradona ormai eliminata, restava da giocare solo la partita Italia-Brasile e ai sudamericani, per differenza reti, sarebbe bastato il pareggio per passare il turno e approdare in semifinale. Le cose andarono diversamente. Alle 17 e 15 di lunedì 5 luglio allo stadio Sarriá di Barcellona, l’arbitro Abraham Klein fischiò l’inizio della partita. Dopo appena 5 minuti di gioco Paolo Rossi segnò il primo gol della serata; al dodicesimo però, il Brasile pareggiò con Socrates. Poco dopo, al venticinquesimo minuto, il sorpasso degli azzurri, firmato ancora da “Pablito”. Il secondo tempo mantenne l’intensità della prima frazione: dopo una serie di tentativi brasiliani sventati dal portiere azzurro Dino Zoff, arrivò la marcatura di Falcao quando il cronometro segnava il minuto 68. La festa brasiliana durò solo pochi istanti: al settantaquattresimo, sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Bruno Conti e sporcato dal difensore Oscar, la palla finì prima sui piedi di Marco Tardelli e poi su quelli di Paolo Rossi che mise a referto una strepitosa tripletta Si era consumata “la tragedia del Sarrià. Tre giorni dopo quella vittoria, un Paolo Rossi scatenato schiantò la Polonia in semifinale, grazie ad una doppietta. L’11 luglio, al Santiago Bernabeu, la finale contro Germania Ovest: finì 3 a 1 grazie a Rossi, Marco Tardelli e Alessandro Altobelli. L’Italia si laureò campione: ricapiterà ventiquattro anni dopo, nel 2006. Ma questa è un’altra storia!