L’operazione della Guardia di Finanza riguarda 143 soggetti e costituisce il seguito di un’attività analoga che nel 2021 aveva colpito due imprenditori di Vallo della Lucania
Questa mattina la Guardia di Finanza di Frattamaggiore ha dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo, avente ad oggetto crediti derivanti da bonus edilizi e di locazione per oltre 772 milioni di euro, vantati da 143 soggetti, tra persone fisiche e giuridiche, rispettivamente residenti o aventi sede per la maggior parte tra le province di Napoli e Caserta.
L’attività trae origine da un’analisi operativa relativa alla circolazione di crediti per lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico, nonché per canoni di locazione; costituisce il seguito di analoga attività, che ha già condotto nello scorso mese di marzo, al sequestro di circa 108 milioni di euro, nei confronti di due fratelli residenti a Vallo della Lucania. In particolare, gli approfondimenti compiuti sulle negoziazioni dei due imprenditori vallesi, avvenute tra il 2021 e l’anno in corso, hanno consentito di individuare un’ulteriore, numerosa platea di cessionari, i cui crediti, al pari dei primi, derivavano da lavori edili e da locazioni immobiliari in realtà inesistenti. I predetti cessionari, infatti, avevano comunicato all’Agenzia delle Entrate la disponibilità di crediti dell’ammontare di svariati milioni di euro, ricevuti a fronte di fantomatici lavori di ristrutturazione di fatto mai eseguiti. Nel corso delle indagini, oltre ad essere ricostruita l’articolata filiera delle cessioni a catena effettuate dai responsabili, è stato anche accertato che tra questi oltre il 70% risultava percettore o comunque richiedente il reddito di cittadinanza. Tra i titolari di crediti, inoltre, sono stati individuati anche soggetti più volte segnalati dalle forze di Polizia per svariati reati.
{loadmoduleid 284}Ad ulteriore conferma della natura illecita delle provviste creditizie sottoposte all’odierno provvedimento di sequestro, è stata in particolare approfondita la posizione di uno dei responsabili, che avrebbe ricevuto lavori di ristrutturazione per oltre 34 milioni di euro e, al contempo, ne avrebbe egli stesso eseguiti per oltre 30 milioni di euro, benché fosse in realtà detenuto presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere. La somma oggetto di sequestro ricomprende, altresì, i crediti ceduti a Poste Italiane ai fini della loro negoziazione, nella misura di decine di milioni di euro, in base ad una quantificazione tuttora in corso.