Padre Michele, padre Luigi e padre Flaviano hanno difficoltà a gestire la struttura. È scesa in campo l’associazione “Sant’Andrea Laudato sii”
Domenica 15 maggio, presso la chiesa del convento di Sant’Andrea, si è svolta una manifestazione di beneficenza con un concerto del gruppo musicale Maryncanto ed un successivo rinfresco. Il tutto organizzato dall’associazione “Sant’Andrea Laudato sii” nata, come illustrato dalla presidente Maria Pia Attianese, con lo scopo di dare un supporto materiale ai frati cappuccini che gestiscono il convento che ha, fra i compiti di natura religiosa e liturgica, quello di essere centro missionario.
Quello delle missioni è però onere difficile per i tre frati (un numero così sparuto dovuto alla scarsità delle vocazioni) che attualmente occupano solo pochi spazi delle numerose celle del convento. Padre Michele, padre Luigi e padre Flaviano, i tre cappuccini, oltre ad occuparsi del governo materiale e liturgico di Sant’Andrea sono chiamati ad altri gravosi compiti. In particolare, padre Michele è anche parroco di San Bartolomeo, con tutti i relativi oneri, aiutato, quando vi è necessità dagli altri due frati. Padre Luigi dice messa anche nella cappella dell’ospedale di Pagani e fa visita agli ammalati sia dell’ospedale di Pagani che in quello di Nocera, sostituito quando vi è necessità da padre Flaviano che, dal canto suo, corre in soccorso a diversi “buchi” nelle chiese dell’Agro. All’encomiabile sforzo dei tre cappuccini andrebbero forniti, quindi, dei rinforzi. La penuria di vocazioni impedisce di aiutare e rilanciare Sant’Andrea. Queste difficoltà oggettive di gestione stanno facendo scaturire ai vertici provinciali del cappuccini la possibilità di una chiusura del convento nocerino. E non sarebbe la prima volta che il convento subisce o rischia una chiusura. La cappella antica, oggi denominata “cupolone”, del convento fu fondata nel 1563 dal duca Alfonso I Carrafa. Questi donò l’opera ai Cappuccini insieme al suolo per stabilirvi il convento e i suoi giardini per la necessaria sussistenza. In questo sito i frati fondarono la chiesa dedicandola a Sant’Andrea Apostolo. Agli inizi del 600, a seguito di scosse sismiche, si rischiò una prima chiusura del convento per i danni riportati alle strutture. Nel 1631 fu il popolo nocerino ad intervenire raccogliendo 1000 ducati per ricostruire il convento in un rapporto simbiotico con i cappuccini.
Le cronache del tempo, infatti, raccontano di diversi interventi dei frati, come pacieri, in difesa della vulgata nelle dispute fra il feudatario e la città. Nel 1860 a seguito della soppressione degli ordini religiosi il convento fu dichiarato casa di ricovero per anziani, ma i frati non abbandonarono lo stesso la struttura ed in seguito, grazie al finanziamento di un industriale nocerino, Angelo Gambardella, il convento venne riscattato e restituito al culto. Si arriva agli ultimi anni del secolo scorso in cui il convento venne ceduto dai frati per destinarlo a casa di cura per gli anziani. Quest’ultima chiusura è costata la depredazione di opere di valore e lo stravolgimento della stessa facciata, visibile ad occhio nudo per l’apposizione di infissi moderni e di dubbia fattura, da parte dei gestori della struttura.
Gli episodi di nefandezze commesse nella cura dei ricoverati hanno spinto i vertici dei cappuccini a restituire al culto la struttura religiosa e grazie all’opera di padre Pietro, che apriva la chiesa la domenica a dir messa, raccogliendo i fedeli nocerini che non avevano mai abbandonato la speranza di rivedere aperta la chiesa di Sant’Andrea, simbolo della città, che a metà del poggio, cui dà il nome, sovrasta ed accarezza l’intero comprensorio. All’opera di padre Pietro rispetto al culto, si aggiunse il ripristino strutturale di una parte del convento grazie ai contributi economici statali e all’opera volontaria di diversi nocerini. A Sant’Andrea ritornarono, quindi, i frati per fondare l’attuale centro missionario.
{loadmoduleid 284}Ed oggi per cercare di evitare una nuova chiusura una fedelissima e consistente schiera di nocerini ha costituito l’Associazione Sant’Andrea Laudato sii che ha iniziato la sua opera volontaria affiancando quella missionaria della comunità cappuccina, con la raccolta e l’invio di medicinali, cibo e materiale di prima necessità alla popolazione ucraina, in collaborazione con le parrocchie nocerine di S. Bartolomeo e di Maria Immacolata e l’Istituto Alberghiero “Domenico Rea”. Insomma è una città che reclama le sue radici storiche ed il solido rapporto con un monumento fra i più belli del comprensorio, per l’altare ligneo ad intarsio del 1700, opera dei frati Francesco e Bernardino da Sorrento, che racchiude una riproduzione grafica della Madonna delle Grazie, opera di Francesco Solimena (il cui originale è attualmente conservato presso i frati provinciali a Nola per evitare possibili furti). Ma, soprattutto, per mantenere quel solido rapporto con la comunità francescana con la quale Nocera ha sempre avuto reciproca collaborazione. E per ottenere questo rapporto collaborativo l’Associazione si ripromette di organizzare ulteriori manifestazioni.