In Italia il 71% delle nozze è ormai celebrato con rito civile, ed anche i funerali senza tappa in chiesa sono molto in crescita. Di qui l’idea …
È nata nel 2021, ma è già una realtà consolidata. Si tratta di Federcelebranti, l’associazione che riunisce celebranti “certificati” di matrimoni e funerali laici.
E il “certificati” non è una parola messa lì per caso: Clarissa Bosford, che insieme a Richard Brown e Liana Moca è fondatrice dell’albo-associazione, si è rivolta all’Uni, l’ente italiano per la normazione, per farsi approvare e certificare le regole che definiscono e regolano per la prima volta in Italia la figura del celebrante professionista.
Cosa fa un celebrante in un funerale laico? Trova, ad esempio, le parole per ricordare la persona che non c’è più. E, per i matrimoni, che il celebrante officia su delega dei sindaci, non si limita a recitare le fredde formule che la legge chiede per sancire la cerimonia civile, ma costruisce quella che possiamo definire una vera e propria omelia civile. In un caso e nell’altro, lo fa dopo aver parlato a lungo con la famiglia, nel primo caso, e con i nubendi nel secondo. Il fenomeno vede oggi soprattutto al Nord le cerimonie laiche in enorme crescita: in Italia – complessivamente – il 71% delle nozze è ormai celebrato con rito civile, ed anche i funerali senza tappa in chiesa sono molto in crescita. Non ci sono “formule di rito”: ogni evento è un evento a sé per il quale e per esso si scrive una vera a propria scaletta. La cerimonia, lieta o triste che sia, può avvenire sulla spiaggia o in un giardino, in un salotto o in una villa, in un angolo di cimitero o al parco. Il costo oscilla dai 500 euro di un commiato ai tremila euro di un matrimonio.
La formazione, obbligatoria per accedere all’albo, è decisamente completa: due week end in presenza in full immersion e dieci giornate di formazione online.