A causa della pandemia da Covid e dell’assenza di fondi pubblici, il museo di via Generale Clark rischia la chiusura. Alcuni Comuni hanno offerto disponibilità per il trasferimento. Polemiche contro l’Amministrazione comunale
Il Museo dello Sbarco di Salerno sembra ormai destinato a chiudere i battenti. Ad annunciarlo è stato direttamente il presidente dell’associazione Parco della memoria della Campania, Nicola Oddati.
In una breve nota è stato comunicato che l’assemblea dei soci ha “preso in considerazione la grave crisi economica in cui versa il Museo“. Due le soluzioni possibili presentate dai soci, entrambe dal sapore di resa: la chiusura definitiva o il trasferimento al di fuori di Salerno viste alcune disponibilità che sono state presentate. Altre alternative o rimedi per risolvere il problema non ci sono. La notizia ha lasciato tanti di sasso. Tra le cause della crisi, sicuramente vi è la pandemia che ha frenato notevolmente gli ingressi. Ma le polemiche innescate hanno portato alla luce anche la scarsa promozione del Comune di Salerno, per il quale praticamente il museo non è mai esistito. “La pandemia che ancora ci affligge – si legge nella nota – non ha permesso alle scuole di organizzare visite al museo e ciò ha decurtato enormemente i nostri introiti (oltre 50.000 sono stati gli studenti che in questi anni hanno visitato la nostra struttura). Il museo, che si è sempre retto sulle proprie gambe, non avendo mai goduto di alcun finanziamento pubblico, e dovendo restare aperto, e tra l’altro pagare un canone all’ente proprietario della struttura in cui si trova, non ha più la possibilità di far fronte ai propri impegni“. Insomma, costi eccessivi ed entrate pari a zero negli ultimi tempi: impossibile continuare. Inaugurato nel 2012, il museo ha sede nei locali dell’Istituto Gallotta in via Generale Clark e conserva cimeli di elevato valore storico, allo scopo di mantenere vivo il ricordo degli eventi che dilaniarono la costa salernitana nel settembre ’43 in seguito allo sbarco degli Alleati. Circa 200 reperti esposti, tra video inediti dello sbarco, fotografie, medaglie, divise dell’esercito tedesco ed americano, oggettistica, armi, un carro armato M4 Sherman, una jeep willys ed un vagone ferroviario piombato utilizzato dai nazisti per deportare gli ebrei. Una testimonianza preziosa, che rischia di scomparire. La chiusura sarebbe una sconfitta per tutto il territorio e il Meridione.{loadmoduleid 284}