sanremo cover

Secondi Mahmood e Blanco, terza Elisa. Podio per i tre anche nella classifica generale. Madrina la giovane attrice Maria Chiara Giannetta

sanremo coverIl venerdì del Festival di Sanremo è dedicato, come di consueto negli ultimi anni, alle cover; i cantanti in gara hanno presentato un successo della musica degli anni ‘60 ’70, ’80 e 90’ con l’accompagnamento di un super ospite.

Prima ad esibirsi Noemi, nel brano “You make me feel like a natural woman”, portata al successo da Aretha Franklin. Si accompagna al piano. La canzone è sicuramente nelle sue corde ed esalta la sua vocalità, ma non fa di più. Porta a casa il compitino.
Secondo Giovanni Truppi, accompagnato da Vinicio Capossela e Mauro Pagani. Scelgono “Nella mia ora di libertà” di De André. Interpretazione personale del trio, ma forse poco centrata sul contenuto del brano che passa in secondo piano. Non convince.
È quindi la volta di Yuman, accompagnato al piano da Rita Marcotulli. Canta “My way” di Frank Sinatra, andando “sul sicuro” perché adatta alla sua vocalità.
Quarti le Vibrazioni con Sophie & the Giants e Beppe Vessicchio al piano. Scelgono “Live and let die” di Paul McCartney. La canzone si presta ad un arrangiamento musicale ed orchestrale sicuramente notevole. Nel canto meglio Sophie che Sarcina.
Segue Sangiovanni con Fiorella Mannoia, in “A muso duro” di Pierangelo Bertoli. Non molto sintonia, in alcuni momenti ognuno va per la sua strada.
A seguire ancora Emma Marrone con Francesca Michielin in “Baby one more time” di Britney Spears. Poteva essere una scelta vincente portare all’Ariston una canzone fatta con leggerezza, in ricordo degli anni 90 (che tra l’altro sono tornati di moda); invece si prendono troppo sul serio, caricano il pezzo di femminismo, del messaggio “FreeBritney” ed appesantiscono il tutto.
Settimi a salire sul palco Gianni Mornandi e Lorenzo Jovanotti (con Mousse T) in un medley dei loro successi: “Occhi di ragazza”, “Un mondo d’amore”, “Ragazzo fortunato” e “Penso positivo”. Impossibile non coinvolgere pubblico a casa, platea e giuria. Finiscono per vincere la serata.
Elisa interpreta quindi “What a feeling” di Irene Casa, colonna sonora di Flashdance. Ad accompagnarla, la ballerina Elena D’Amario e Giorgio Moroder in video, alla fine dell’esibizione. La scelta probabilmente non era la più immediata. Avrebbe potuto portare la solita canzone sentimentale ed accattivarsi il pubblico con l’emozione; il pezzo, invece, è arrangiato bene, lei lo canta al meglio e convince anche con una canzone pop-dance.
{loadmoduleid 287}Segue Achille Lauro con Loredana Berté in “Sei bellissima”. Al termine dell’esibizione Lauro fa leggere un biglietto che dovrebbe essere una dedica alla Bertè,in cui è tutto un: “io, io, io”. Il pubblico si emoziona. Trovo invece, preoccupante l’esibizionismo ed il narcisismo cronico del personaggio (indipendentemente dal valore artistico).
Si esibiscono, quindi, Matteo Romano e Malika Ayane in “Your song”, successo di Elton John. Il giovane concorrente non tiene testa a Malika (comprensibilmente), e si sente.
Arriva il turno di Irama con Gianluca Grignani. Parte “La mia storia tra le dita” e mi trovo a cantare pure io sul divano a quasi mezza notte, già in botta, e col cane che mi russa accanto da un’ora.
Ditonellapiaga e Rettore scelgono “Nessuno mi può giudicare” di Caterina Caselli. Brave.
Iva Zanicchi omaggia Milva con “Canzone”, brano con cui l’artista, recentemente scomparsa, si presentò proprio a Sanremo, nel ’68.
A seguire Ana Mena con Rocco Hunt in: “Il mondo” di Jimmy Fontana, “Figli delle stelle” di Alan Sorrenti e “Se mi lasci non vale” di Julio Iglesias. L’atmosfera è quella di una comunione alla Sonrisa, dopo qualche bicchiere di vino paesano.
La Rappresentante di Lista con Margherita Vicario e Ginevra (arrangiamento musicale di Cosmo) omaggiano le Ronettes, portando all’Ariston “Be My Baby” in una nuova veste elettronica.Particolare, ma gradevole.
Massimo Ranieri si esibisce in “Anna verrà” di Pino Daniele, accompagnato da Nek. Tutto centrato, ma poco d’impatto.
Si prosegue con Michele Bravi in “Io vorrei…non vorrei…ma se vuoi” di Lucio Battisti. Non si capisce la scelta (evidentemente voluta) di questo artista di castrare ogni volta la propria vocalità. Ha potenziale, i mezzi, ma non si applica.
Mahmood e Blanco portano “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli. Lo studio delle armonie tra le due voci è evidente. Sul palco sono misurati quanto basta ed in sintonia. Convincono ancora e guadagnano il secondo posto.
sanremo mamhoodRkomi porta un medley di Vasco Rossi insieme ai Calibro 35.Musicalmente spaccano, la voce di lui live non sempre tiene testa alla band, ma resta una buona esibizione.
Aka7even ed Arisa ricordano Alex Baroni e la sua “Cambiare”.
Highsnob e Hu con tale Mr. Rain provano ad interpretare a modo loro “Mi sono innamorato di te” di Luigi Tenco. Provano infatti.
Dargen D’amico canta svogliatamente sul palco “La bambola” di Patty Pravo. Scelta incomprensibile ed evidentemente sbagliata.
Giusy Ferreri insieme ad Andy dei Bluvertigo canta “Io vivrò senza te” di Lucio Battisti. Bell’arrangiamento, ma il canto non regge.
Fabrizio Moro (da solo) si esibisce in “Uomini soli” dei Pooh. Solita interpretazione alla Fabrizio Moro di tutte le canzoni, sue e non a quanto pare.
Chiude la serata, Tananai con “A far l’amore comincia tu” di Raffaella Carrà, in quello che voleva essere un omaggio all’artista venuta a mancare lo scorso anno, ma che si trasforma ben presto in un oltraggio.
sanremo quarta serataMadrina della serata, la giovane protagonista della serie rai “Blanca”, Maria Chiara Giannetta, che si esibisce insieme all’attore comico Maurizio Lastrico in uno sketch tra una coppia che litiga citando testi di diversi successi della musica italiana. Sale di nuovo sul palco per omaggiare coloro che l’hanno aiutata ad interpretare il suo personaggio in Blanca, una ragazza cieca che si accompagna con un cane da assistenza: «Quando ho iniziato quest’avventura – dice l’attrice –  ho voluto che mi affiancassero cinque persone, io li chiamo i miei guardiani. I miei guardiani sono ciechi».

 

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