Quarta fumata nera e record di non votanti: non succedeva dal ‘92. Le schede bianche sono “solo” 261 e Sergio Mattarella risulta ancora il più votato con 166 preferenze
Che la scelta del nuovo presidente della Repubblica sarebbe stata difficile era chiaro fin dalla prima votazione, non stupisce quindi che anche lo scrutinio odierno si sia concluso con un nulla di fatto.
Il risultato di oggi, prima votazione per la quale sarebbe bastata la maggioranza del 50% più 1 degli aventi diritto, conferma la confusione dei cosiddetti grandi elettori. Il centrodestra ha scelto la strada dell’astensione: la Lega inoltre ha fatto sapere che non avrebbe appoggiato la candidatura di Pier Ferdinando Casini, considerata da Matteo Salvini «una proposta di sinistra»; Movimento Cinque Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali sono invece rimasti fedeli alla scheda bianca.
Il più votato del giorno è ancora Sergio Mattarella con 166 voti a favore; al secondo posto il magistrato Nino di Matteo con 56; 261 le schede bianche e 441 gli astenuti: un numero altissimo che ha avuto un solo precedente nel 1992, l’anno dell’elezione di Oscar Luigi Scalfaro.
Tra i nomi del giorno pensati per ricoprire la prima carica dello Stato, oltre al sempreverde Mario Draghi e alla diplomatica Elisabetta Belloni, anche il giurista campano Sabino Cassese, nato 86 anni fa ad Atripalda in provincia di Avellino che, rispondendo alle domande su una sua possibile candidatura al Colle,ha risposto in maniera tutt’altro che sibillina.
Per domani era stato richiesto da Italia Viva, PD e Lega di procedere con due votazioni, ma alla fine ci sarà un solo appuntamento alle ore 11.
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