La conferenza di Cavallaro, Bolzan, Garofalo e Bruno al termine della gara con il Bitonto ha rotto il silenzio stampa. La sconfitta con i pugliesi appare come l’ultimo dei problemi. Il futuro dei molossi è nero all’orizzonte
Immaginate di trovarvi nel vostro teatro preferito, per assistere alla commedia che vi piace da quando siete piccoli. Il teatro è sporco, le poltrone in pessime condizioni.
Su un palco disastrato, si esibiscono gli attori con costumi sgualciti e seguendo un copione arrangiato male, da far pena. L’impresario non c’è, non dà spiegazioni. La commedia si trasforma in un dramma. Al termine dello spettacolo, tra i fischi dei pochi presenti, gli interpreti chiedono scusa al pubblico solo per evitare il lancio di pomodori e gli “schiaffi” dietro le quinte. Cala il sipario. Ecco, se ci fosse un modo per rappresentare l’attuale situazione della Nocerina, questo sarebbe quello migliore. Ieri, al termine della sconfitta con il Bitonto, il tecnico Cavallaro ha rotto il silenzio accompagnato da Bolzan, Garofalo e Bruno. Manca l’acqua da bere, manca l’acqua calda per la doccia, manca il massaggiatore, mancano gli stipendi, manca tutto. La “verità” proposta dai quattro, tuttavia, era cosa nota già da tempo. Va comunque apprezzato il fatto di averci messo la faccia, quando al loro posto avrebbe dovuto esporsi qualcun altro. “Così è impossibile andare avanti“, ha esordito il mister in quello che poteva sembrare uno sfogo. Il ritardo di questa uscita, però, non accontenta la tifoseria che, due mesi fa, dopo la tragica trasferta di Alberobello, chiese a gran voce le dimissioni dello staff tecnico, e non per motivi legati al campo e ai risultati. Serviva una reazione, un segno, dopo la debacle peggiore della storia della Nocerina, dopo aver calpestato la dignità di una maglia ultracentenaria. Non è arrivato nulla. Ieri, per la prima volta da allora, i due hanno preso le distanze dalla proprietà, o meglio da un uomo solo al comando, il presidente Maiorino. Eppure hanno ribadito la ferma volontà di continuare a lavorare, a questo punto poco chiara, nella speranza che qualcosa cambi. Anche per questo motivo, però, la maggior parte dei tifosi li indica come complici del disastro. Nulla da commentare relativamente alla professionalità, ma la dignità è cosa diversa: oggi il club rossonero di dignitoso non ha nulla. Inevitabilmente la sconfitta con il Fasano ha segnato un punto di svolta negativo. Per i quattro non è stata una risposta ai mancati compensi: “Una partita sbagliata, come possono capitarne tante” l’hanno etichettata in coro. Ma un 6-1, in superiorità numerica, e senza calciare mai in porta, fa pensare ad altro. In ogni caso le ultime quattro partite mostrano una Nocerina allo sbando, costretta a questo punto a guardarsi le spalle e a lottare per la salvezza. “Ad inizio stagione non avremmo mai immaginato di ritrovarci così. Ci siamo fidati delle promesse” hanno continuato tutti. Eppure non è lontana la conferenza stampa del detto-non detto del direttore sportivo Bolzan. Era chiaro già allora che di garanzie per fare bene ce n’erano fin troppo poche. L’eventuale riapertura del mercato in questa settimana potrebbe dare il via ad un esodo di massa. Insomma, il futuro della Nocerina potrebbe essere peggiore del presente. A tal proposito la conferenza stampa di ieri sembra quasi un trovata per mettere le mani avanti, come per uscirne puliti da un tracollo definitivo che nessuno si augura. Alle brutte figure in campo, si sommano poi quelle fuori dal rettangolo di gioco, mai viste in oltre 120 anni di storia, neppure nei periodi più neri, quando si faceva di tutto per difendere almeno la faccia. Ieri il Bitonto è stato costretto a giocare su un campo indecente (fieno misto terra), inaugurato appena cinque mesi fa in pompa magna, e a non poter fare la doccia per mancanza di acqua calda. Lo sfogo del sindaco Torquato arrivato in serata ha fatto percepire la gravità della cosa. Giusto che paghi chi non fa il suo lavoro come dovrebbe negli uffici comunali. Non è esente da colpe la società che non ha monitorato nulla. Imbarazzante poi non aver ricordato in alcun modo Di Marzio e Labrocca scomparsi in settimana, una vergogna senza precedenti. Dopo tre anni, è chiaro che, per chi gestisce la società, la Nocerina altro non è che un bene da possedere, le cui sorti non interessano. Ma non ditelo a quel gruppetto di tifosi di circa 10 anni che ieri hanno incitato la squadra per novanta minuti. Lasciateli sognare ancora. Perchè la Nocerina è una cosa seria.{loadmoduleid 287}