Da ieri le confezioni di capsule sono nelle mani delle Enti regionali in Italia. Molnupiravir, questo il nome della pillola di Merck, è destinata ai pazienti non ricoverati con sintomi agli esordi e fattori di rischio
Da oggi è a disposizione in Italia il primo antivirale specifico contro SARS-CoV-2. Si tratta della pillola di Merck, chiamata molnupiravir e commercializzata con il nome di «Lagevrio».
Il farmaco è stato distribuito alle Regioni dalla Struttura Commissariale del generale Figliuolo, dopo il via libera dell’Aifa lo scorso 22 dicembre. Le prime due pazienti a ricevere la pillola in Italia — all’ospedale Spallanzani di Roma — sono state una 91enne cardiopatica e diabetica e una 72enne cardiopatica e immunodepressa, entrambe con sintomi lievi agli esordi. In totale le confezioni consegnate sono state 11.899, di cui 480 in Campania, 360 in Abruzzo, 60 in Basilicata, 120 in Calabria, 840 in Emilia Romagna, 240 i Friuli Venezia Giulia, 1.680 nel Lazio, 1.080 in Liguria, 1.800 in Lombardia, 600 nelle Marche, 60 in Molise, 739 in Piemonte, 120 in Trentino-Alto Adige, 240 in Puglia, 60 in Sardegna, 360 in Sicilia, 1.440 in Toscana, 60 in Umbria, 120 in Valle d’Aosta, 1.440 in Veneto. L’antivirale è autorizzato per il trattamento dei pazienti Covid-19 non ricoverati, ai primi sintomi della malattia e con condizioni cliniche sottostanti che possono rappresentare fattori di rischio per lo sviluppo di Covid-19 grave. Come annunciato dagli esperti, non è un’alternativa al vaccino. Va assunta, infatti, entro i primi 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi, con un trattamento da 4 capsule da prendere due volte al giorno per 5 giorni, utile a prevenire l’ospedalizzazione. È sconsigliata durante la gravidanza e l’allattamento andrebbe sospeso nel periodo di assunzione. {loadmoduleid 287}Chi la distribuisce? Come ha spiegato Filippo Drago, esperto della Società Italiana di Farmacologia, “i pazienti verranno selezionati dai medici di medicina generale o dagli ospedali. Presumibilmente all’inizio il farmaco sarà presente nelle farmacie ospedaliere, in seguito nelle farmacie autorizzate. Al paziente non dovrebbe costare nulla. Ci potranno essere alcune Regioni che richiederanno accertamenti preliminari, come tampone ed eventuale dimostrazione di fragilità“. Uno degli aspetti favorevoli della pillola del colosso farmaceutico Merck è che non colpisce la proteina spike del Covid per questo la sua efficacia sarebbe garantita anche con le varianti, presenti e future. Per l’infettivologo Matteo Bassetti si tratta di “una svolta, ma non per tutti“. “Ovviamente – ha chiarito – non è che puoi dare la pillola al primo che a 30 anni triplo-vaccinato ha i sintomi, non possiamo pensare che queste pillole da 700-800 euro al giorno vadano nei banchi della farmacia. Devono essere prescritte dallo specialista. Per questo, come i monoclonali, sono gestite dagli ospedali in collaborazione con i medici di base“.