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La sera del 19 dicembre una davvero disdicevole lite fra ragazzi è stata presentata come una selvaggia aggressione. La minorenne altra protagonista dell’episodio si è presentata oggi ai Carabinieri
Sarebbe una versione non corrispondente ai fatti quella che ha fatto il giro di alcuni organi di stampa sulla presunta rissa svoltasi la sera di domenica 19 dicembre su via Matteotti a Nocera Inferiore.

Si era parlato di aggressione selvaggia, ma le cose non starebbero proprio così. Oggi la minore si è presentata spontaneamente presso la stazione dei Carabinieri di Nocera Inferiore per farsi identificare e rendere spontanee dichiarazioni in ordine alla dinamica dei fatti. Non è stato certamente il monito lanciato dal sindaco di Nocera Inferiore attraverso le emittenti e la grossa bolla mediatica che hanno indotto la fanciulla ad assumere la decisione di dare le sue generalità, ma il fatto che avesse appreso nei giorni successivi dagli organi di stampa che addirittura fosse stata chiesta dal primo cittadino una pena esemplare e che stessero svolgendo indagini per identificare i soggetti coinvolti in un davvero disdicevole ma semplice litigio tra ragazzi.
La ragazza si è dichiarata immediatamente disponibile a fornire ogni chiarimento del caso all’autorità giudiziaria, descrivendo i fatti così come realmente accaduti, in cui la stessa non avrebbe operato alcuna aggressione ma si sarebbe verificata una concitata discussione terminata con uno scambio di schiaffi, in seguito alla quale le minori si allontanavano dal luogo.
«È inaccettabile che il primo cittadino, sull’onda emotiva del momento, abbia potuto esprimersi in quel modo, chiedendo per la minore addirittura “una condanna esemplare”», dichiarano dispiaciuti e stupiti i legali di fiducia della ragazza, Domenico Avagliano e Anna Panariti.
I difensori della minore stigmatizzano la condotta del primo cittadino: «Il nostro sindaco è un avvocato penalista – sottolinea l’avvocato Panariti – e come tale ben dovrebbe ben sapere che il nostro ordinamento esclude la cosiddetta. Condanna o pena esemplare, perchè l’unica condanna da applicare è e deve essere quella “giusta”. È impensabile applicare il principio “Puniscine uno per educarne cento», una politica punitiva sbagliata. Ricordo a me stessa che nel nostro ordinamento non è legale la cosiddetta «condanna esemplare», quella cioè che, andando oltre la punizione stabilita dalla legge per un determinato comportamento, assegna al colpevole una condanna più pesante per ragioni di ordine pubblico e sociale.
L’appello alla sanzione esemplare è davvero socialmente poco educativo. È la nostra Costituzione a prevederlo, oltre che il nostro senso civico. Che senso avrebbe, del resto, il “giusto processo”, tanto decantato dalla politica, se il percorso processuale dovesse condurre ad una sanzione esemplare e non, invece, ad una condanna giusta?»{loadmoduleid 284}

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