Mazzette corrisposte per avanzare nelle prove psico-attitudinali, con l’ausilio di una serie di intermediari appartenenti ai diversi corpi. Scoperta la rete di corruzione che aveva base in Campania

Permettevano di superare concorsi per le forze armate in cambio di ingenti somme di denaro. Con questa accusa il GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura, ha eseguito un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 14 persone ritenute indiziate di corruzione.

Le indagini, condotte dal nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, hanno consentito di portare alla luce una trama di episodi corruttivi in Campania. Tutto ha avuto inizio lo scorso luglio, con l’arresto in flagranza di due agenti della Polizia penitenziaria, perché sorpresi ad intascare 8mila euro negli uffici di un’organizzazione sindacale. Errico Spena e Maurizio Russo, i due poliziotti che finirono in manette, permettevano il superamento delle prove psico-attitudinali necessarie per vincere il concorso di reclutamento nelle forze armate (Carabinieri, Esercito ed Aeronautica Militare).{loadmoduleid 284}
Ora, scrive la Procura, è emersa “una estesa ramificazione dei contatti corruttivi e delle complicità rilevanti per l’illecita condizionamento delle procedure concorsuali”, che vede coinvolti al momento 14 indagati, anche se le indagini continuano e potrebbero emergere nuovi dettagli e altri partecipi.
Tra i provvedimenti adottati spiccano quelli che riguardano un assistente capo della polizia penitenziaria in servizio a Santa Maria Capua Vetere, Aniello Aversano; un membro della Polizia municipale di Caivano, Gennaro Fatone, e un caporalmaggiore dell’esercito in servizio presso la caserma di Maddaloni, Giorgio Spina, finiti tutti e tre ai domiciliari in quanto considerati intermediari negli episodi di corruzione.

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