Ben cinque le regioni sottoposte a controllo, con quasi 5mila persone pizzicate ad ottenere il beneficio senza requisiti. Un danno nelle casse dello Stato di quasi 20milioni di euro, di cui 1milione e 100mila solo in provincia di Salerno
Sono 253 le persone denunciate nella sola provincia di Salerno dai Carabinieri nell’ambito di una maxi-operazione che ha messo nel mirino i percettori del reddito di cittadinanza in cinque regioni: Campania, Puglia, Molise, Basilicata e Calabria.
Quasi 5mila i “furbetti” scoperti in totale: 2.441 nel Napoletano, tra cui camorristi, parcheggiatori abusivi e rapinatori. In particolare, nella provincia di Salerno, le indagini sono state svolte dalle Stazioni Carabinieri del Comando Provinciale che, tra giugno ed ottobre, hanno condotto una capillare attività d’indagine sulla verifica dei requisiti previsti per la concessione del reddito di cittadinanza, al termine della quale è stato accertato che su di un campione esaminato di circa 2700 cittadini percettori del sussidio, 253 non ne avevano diritto. Attraverso l’esame incrociato dei dati documentali e delle informazioni acquisite nel corso di specifici servizi di controllo del territorio con quelli forniti dai Comuni di residenza, sono state scoperte numerose irregolarità nelle procedure di dichiarazione del possesso dei requisiti soggettivi ed econometrici. {loadmoduleid 284}Tra le principali anomalie vi erano soggetti destinatari di misura cautelare personale, condannati con sentenza definitiva per reati per i quali è prevista la decadenza del reddito, detenuti e ricoverati in strutture a carico dello Stato o, ancora, cittadini stranieri sprovvisti dei requisiti. Numerose sono state le false attestazioni che hanno riguardato difformità circa l’indicazione della reale residenza, ossia di persone che l’hanno indicata presso un Comune diverso, al fine di omettere all’interno della prevista dichiarazione che i familiari percepivano altro reddito. Degno di nota il caso di una donna che, al fine di ottenere un importo maggiore, ha dichiarato di essere convivente con i genitori i quali, invece, sono risultati entrambi in carcere, rispettivamente, il padre per omicidio e reati associativi, la madre per traffico illecito di sostanze stupefacenti. L’attività investigativa ha permesso d’interrompere l’indebita percezione del beneficio, oltre che ad una donna sottoposta alla detenzione domiciliare, la quale contestualmente percepiva la pensione di un’anziana conoscente deceduta da diversi mesi, anche ad un soggetto che risultava avere un conto corrente a suo nome la cui giacenza si aggirava intorno ai 200.000 euro, conto a sua volta alimentato in maniera fraudolenta attraverso la sottrazione di denaro ad un anziano parente. Così come i casi di un uomo percettore del beneficio ma al tempo stesso amministratore di una società agricola e di una macelleria, e di due ragazzi, anch’essi beneficiari, i quali, sebbene formalmente disoccupati, sono risultati di fatto irregolarmente impiegati, rispettivamente, in una pizzeria ed in una carrozzeria. Sono state riscontrate irregolarità anche nei confronti di 3 cittadini stranieri che hanno beneficiato del reddito, sebbene non residenti sul territorio nazionale da almeno 10 anni, gli ultimi 2 dei quali avrebbero dovuto essere continuativi. Gli esiti delle attività sono stati quindi segnalati all’Autorità giudiziaria competente ed agli Uffici territoriali dell’Inps per l’interruzione dell’elargizione del sussidio e la ripetizione delle somme indebitamente percepite, che hanno prodotto un danno erariale di oltre 1 milione e 100mila euro nella sola provincia salernitana. La truffa ai danni dello Stato, se considerate le cinque regioni sottoposte ad indagini, ammonta a quasi 20 milioni di euro.