L’indagine ha riguardato tre persone accusate di falso in bilancio, infedeltà patrimoniale e riciclaggio. Coinvolte quattro società
La Guardia di Finanza di Caserta ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di beni immobili, mobili, crediti e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 48 milioni di euro emesso nei confronti di tre soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di falso in bilancio, infedeltà patrimoniale e riciclaggio.
Il provvedimento è stato adottato all’esito di una complessa indagine che ha consentito di accertare numerose condotte illecite, che sarebbero state commesse da E.L., 53 anni, nella sua qualità di liquidatore di due società, la Agri Centrosud S.c.p.a. e della Agri Centro-Nord S.c.p.a., la cui attività consisteva nella prestazione di garanzie patrimoniali a favore delle piccole e medie imprese associate alla Coldiretti, beneficiarie di prestiti da parte delle banche o di altri enti finanziatori.
Il soggetto indagato avrebbe dapprima falsificato i bilanci di liquidazione delle predette società e, successivamente, avrebbe ceduto le stesse entrate ad un’altra società, la Aprol Puglia s.r.l., per importi assolutamente incongrui rispetto a quelli effettivi. Tali condotte, oltre a provocare un danno di oltre 40 milioni di euro alle società cedenti, hanno consentito all’ente cessionario di ottenere un corrispondente profitto indebito, secondo un preciso designo criminoso che ha visto il 53enne sotto accusa operare in palese conflitto di interessi con le società rappresentate, essendo lo stesso, al contempo, socio della IMG s.s. e titolare dell’intero capitale sociale della Aprol Puglia S.R.L.. e con il concorso di A.C., amministratore di quest’ultima società.
Successivi approfondimenti economico-finanziari hanno consentito, inoltre, di ricostruire una rilevante operazione di riciclaggio posta in essere dagli stessi indagati con la collaborazione di N.P., 59 anni, legale rappresentante della Mm Advisory srl di Bari, il quale, dopo aver ricevuto un bonifico di 10 milioni di euro su un conto corrente intestato alla sua società, provento delle descritte attività delittuose, l’avrebbe dapprima trasferita su un altro conto corrente e, successivamente, reimpiegata per l’acquisto di immobili e prodotti finanziari così da ostacolarne concretamente l’identificazione della provenienza illecita.