Con il crollo della cosiddetta Prima Repubblica e la nascita di un acceso conflitto politico, si è voluto porre una rinnovata attenzione alla coesione sociale e quindi all’intero patto costituzionale
Una delle ultime novità più rilevanti è stata la (re)introduzione – quale materia di studio in chiave trasversale e interdisciplinare con un monte ore minimo stabilito per legge – dell’Educazione civica, il cui obiettivo è quello di creare cittadini responsabili e attivi attraverso la fruizione di contenuti educativi e variegati.
Già la dicitura “Educazione civica”, che richiama (spero volutamente) quella in uso alcuni decenni fa, ha una forte valenza programmatica con un significato ben più esteso che riguarda l’educazione dei cittadini, dello homo unito al civis in tutte le sue varie sfaccettature, rispetto alla dicitura di “Cittadinanza e Costituzione”, usata per alcuni anni a partire dal 2010/11, che forse aveva la pecca di restringere notevolmente il campo d’azione della materia all’educazione ambientale, all’educazione stradale, all’educazione sanitaria, all’educazione alimentare e allo studio rapido di taluni aspetti della Costituzione.
Strutturatasi inizialmente come una disciplina a parte – e successivamente e progressivamente vista come una materia di secondo livello e schiacciata tra le materie importanti o spesse volte accantonata per questioni di tempo – l’Educazione civica era stata introdotta con un motivo ben preciso, forse un po’ troppo in chiave paradigmatica, che era quello di formare e (ri)avviare alla democrazia il cittadino responsabile, fornendo altresì quella necessaria base di conoscenza civica, di accettazione delle norme costituzionali e istituzionali, e di conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale nazionale; questo almeno, seppur in parte già modificato nel periodo del ’68, sino agli anni Novanta del secolo scorso quando, tra il crollo della cosiddetta Prima Repubblica e la nascita di un acceso conflitto politico, si è voluto porre una rinnovata attenzione alla coesione sociale e quindi all’intero patto costituzionale, con una serie di filoni di studi e di formazione (civile, giuridica, economica) e, soprattutto, di sperimentazioni educative, accentuatesi nella prima decade del nuovo secolo, come abbiamo sopra accennato.
Con l’Educazione civica, quindi, si vogliono fornire agli studenti – con un approccio olistico caratterizzato molto complesso, comprensivo e profondo – quegli strumenti per conoscere i propri diritti e doveri per formare cittadini responsabili e attivi che partecipino pienamente e con consapevolezza alla vita civica, culturale e sociale della loro comunità, fornendo altresì strumenti per utilizzare consapevolmente e responsabilmente i nuovi mezzi di comunicazione e gli strumenti digitali, in un’epoca così piena di social, in un’ottica di sviluppo del pensiero critico, sensibilizzazione rispetto ai possibili rischi connessi all’uso dei social media e della navigazione in rete (vedi anche l’art. 5 della Legge 92/2019).