Non solo insegna dei valori e raffina lo spirito critico, ma forma il cittadino a rispettarli e, soprattutto, a farli propri. Questa è la sfida più importante
A fronte di un sempre maggiore degrado etico e sociale che attraversa la nostra Penisola, ma non solo, appare fortemente necessario l’entrata nella scuola (ma dovrebbe essere nella famiglia e nella vita) dell’Educazione civica, da interpretare in maniera seria e responsabile, col peso e dignità che merita, perché il mondo si migliora e si cambia anche solo capendo che non si deve gettare una carta o una gomma da masticare per terra, oppure che la mascherina non si getta o abbandona dove capita.
Lo psicologo statunitense Jerome Seymour Bruner, a proposito di una materia scolastica, si chiedeva se, una volta che la si è svolta, quella disciplina risultasse degna di un adulto o se avesse contribuito a renderlo un adulto migliore: ora l’Educazione civica non solo insegna dei valori e raffina lo spirito critico, ma forma il cittadino a rispettarli e, soprattutto, a farli propri. Questa è la sfida più importante: creare una forma mentis civica per la quale una determinata cosa non si fa non per la sanzione (come spesse volte ancora oggi accade), ma semplicemente perché non è giusto farla per le ripercussioni future che potrebbe avere, anche perché la mia libertà finisce là dove inizia la libertà di un altro civis come me e in questo mondo, allo stesso tempo così grande e così piccolo, appaiono quanto mai urgenti e non ancora procrastinabili una convivenza e una solidarietà comune che creino la “società giusta” del titolo.