Da lunedì parte il richiamo per i pazienti fragili; seguiranno poi gli ultraottantenni e chi riceverà la dose “booster” per potenziare l’immunizzazione acquisita

Terza dose sia. Il ministero della Salute con una circolare ha dato ufficialmente il via alla somministrazione della terza dose del vaccino anti covid: si parte il 20 settembre con circa tre milioni di pazienti fragili; successivamente toccherà agli ultraottantenni e agli ospiti delle Rsa infine a tutti gli altri soggetti che, nonostante le due dosi di vaccino, necessitano di una dose di rinforzo per contrastare l’eventuale calo della copertura immunitaria.

Per la terza dose sarà utilizzato uno dei due vaccini mRNA autorizzati in Italia e cioè quello di Pfizer dai 12 anni e quello di Moderna dai 18. La dose addizionale ai pazienti fragili dovrà essere somministrata almeno dopo 28 giorni dalla seconda, o il prima possibile se tale lasso di tempo è già trascorso.
La ragione che ha spinto il ministero a prevedere la cosiddetta dose aggiuntiva è quella di stimolare un’efficace risposta immunitaria anche per i soggetti appartenenti a una delle dieci categorie segnalate dalla circolare ministeriale e quindi: i pazienti in attesa di trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva o di trapianto di cellule staminali ematopoietiche; chi segue una terapia a base di cellule T; i malati oncologici; i soggetti affetti da immunodeficienze primitive e secondarie, insufficienza renale cronica grave o AIDS.
La circolare ministeriale distingue inoltre la terza dose aggiuntiva dalla dose booster: in quest’ultimo caso la platea di riferimento è quella composta da chi ha avuto una risposta immunitaria adeguata dopo le prime due dosi ma che a distanza di tempo o per via delle varianti ha bisogno di una dose di rinforzo per mantenere stabile la copertura immunitaria; la dose booster non potrà essere somministrata prima di 6 mesi dall’ultima dose ricevuta.

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