Dipendenza, impulsività e poca reattività; e c’è anche la Nomofobia (No Mobile Phobia) ossia la paura e l’ansia di non essere online nè rintracciabili

In un periodo storico in cui le ansie e i fenomeni di depressione sono aumentati perchè ognuno è stato privato del proprio quotidiano, delle relazioni sociali così come si era abituati e trovando nell’uso dello smartphone l’escamotage, la soluzione sia per lavoro sia per tenere contatti con il mondo esterno.

Tutto normale, finchè, però, non diventa troppo.. troppo internet, troppo smartphone e sempre connessi; tra le varie conseguenze, non a caso, è esplosa la nomofobia: la sola idea di non poter utilizzare il cellulare, perchè scarico o perchè ci si trova in luogo in cui non c’è copertura di rete scatena uno stato di ansia, sconforto, difficoltà di concentrazione che si traduce in una vera e prorpia paura di perdere il contatto con la tecnologia.
Inoltre i ragazzi che trascorrono troppo, eccessivo, tempo utilizzando lo smartphone, il PC o qualunque tipo di dispositivo tecnologico, potrebbero rilevare anche poce reattività e prontezza nello sport.
A questi si sommano comportamenti impulsivi del volere ed ottenere tutto e subito conseguenza del gioco vituale; stress cervicale se si sta per troppo tempo con la testa china verso lo schermo del cellulare; sotto stress anche la salute dei nostri occhi, perché con un uso massiccio di device elettronici la retina è sovrastimolata.
È indubbio che la tecnologia ha permesso di sopperire a diverse mancanze, ma il rischio che si corre è quello però di perdere la percezione della realtà fino ad alienarsi e essere sottoposti al tecnostress che si manifesta con stanchezza, irritabilità, insonnia. Smartphone si, ma con moderazione, è diventato fondamentale ma rischiamo diventi totalizzante. Dunque nei momenti in cui se ne può fare a meno meglio dedicarsi ad altro… lettura, uscite in montagna o al mare o cellulare spento e lontano dal letto.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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