La base logistica del nuovo clan formatosi nel capoluogo toscano era la pizzeria di un nocerino. All’esterno dell’attività fu fatta esplodere una bomba carta a febbraio scorso, frutto della faida in corso anche nell’Agro. Nei guai anche due professionisti
Dalle prime luci dell’alba, agenti della Polizia di Stato di Firenze e militari della Guardia di Finanza di Firenze sono impegnati in un’importante operazione di polizia, denominata “Revenge”, diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia fiorentina e coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia, diretta dal Procuratore Capo dottor Giuseppe Creazzo, nel capoluogo toscano, a Nocera Inferiore e in altre località delle province di Salerno, Prato, Latina, Verona e Potenza.
Agenti e militari stanno dando esecuzione a un provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze che ha disposto 12 misure cautelari, di cui 7 in carcere, 3 ai domiciliari e 2 provvedimenti di interdizione dall’esercizio di attività professionali nei confronti di un commercialista e di un consulente del lavoro, rispettivamente con studi a Prato e a Nocera Inferiore. Disposto anche il sequestro preventivo di conti correnti e somme di denaro. Gli arresti sono scattati all’esito di indagini coordinate dal Sostituto Procuratore Distrettuale di Firenze dottor Leopoldo De Gregorio ed eseguiti congiuntamente dalla Squadra Mobile della Questura di Firenze e dal GICO (Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata) della Guardia di Finanza di Firenze, in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo, con le Squadre Mobili di Salerno, Potenza, Verona, nonché con lo SCICO e con i Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Salerno, Prato e Latina. I reati contestati agli indagati sono quelli di associazione a delinquere con l’aggravante mafiosa per aver agevolato il clan camorristico a cui erano legati, presente nella provincia di Salerno. L’associazione era finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, ricettazione, furto, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco ed esplosivi, violazione della normativa in materia di immigrazione, all’indebita percezione di erogazioni pubbliche, nonché al riciclaggio e al reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. Le investigazioni sono state avviate nel luglio 2020, permettendo da subito di accertare che due fratelli avevano appena avviato una nuova entità associativa criminale a Firenze, alla quale era da ricondurre una pluralità di illeciti, commessi in diverse occasioni, delle tipologie sopra richiamate.
In particolare, si rilevava come una pizzeria sita nel capoluogo fiorentino, acquisita all’indomani dell’inizio della pandemia Covid, di fatto costituisse la sede dove, quasi quotidianamente, i membri dell’associazione criminale tenevano i loro incontri e dove si recavano per stoccare e ricettare quanto in loro possesso, provento delle attività illecite commesse poco prima. Tra l’altro, il titolare aveva ottenuto la licenza commerciale del pubblico esercizio cittadino con una falsa dichiarazione sulla sussistenza dei requisiti di onorabilità del richiedente. La stessa falsa attestazione è stata utilizzata inoltre affinchè la società di gestione della pizzeria riuscisse ad ottenere indebitamente contributi a fondo perduto e finanziamenti con garanzia statale per 32mila euro, sfruttando le previsioni normative della decretazione emergenziale Covid 2020 in tema di misure a sostegno delle imprese in difficoltà. I proventi delle attività criminose messe in opera dal sodalizio erano reinvestiti, sia nella città di Firenze che a Nocera Inferiore, autofinanziando il nuovo clan camorristico nel capoluogo toscano, ma anche supportando i sodali ancora presenti nel territorio d’origine e coinvolti in una faida con un clan rivale, la cui violenta escalation era acclarata nel corso delle indagini e aveva preso avvio all’atto dell’uscita dal carcere del capo clan, fratello del gestore della pizzeria fiorentina, avvenuta nel dicembre 2020. Le numerose ritorsioni tra i clan – i cui violenti episodi si sono concretizzati alla vigilia del Natale 2020 e nei primi mesi del 2021 – hanno interessato anche l’area fiorentina; i componenti del gruppo avverso, infatti, inviarono a Firenze alcuni associati, che si sono resi responsabili dell’esplosione di una bomba carta, avvenuta la notte del 23 febbraio 2021 nei pressi della pizzeria. A carico del gestore della pizzeria del capoluogo fiorentino e di altri sodali sono state infine rilevate responsabilità in tema di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, in particolare, per aver tentato di procurare illegalmente l’ingresso sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari, prevalentemente provenienti dal Bangladesh, ai quali erano richiesti 1.500 euro per ogni pratica di assunzione.