Archiviata la prima settimana della rassegna, con i concerti del 2, 3 e 4 settembre, la seconda fase si apre con la sassofonista salernitana e il suo quartetto. Le sue parole alla nostra redazione
Dopo una pausa di pochi giorni riprendono i concerti di “Jazz in Parco” con il Carla Marciano Quartet, che si esibirà giovedì alle 21:30 sul sagrato della Cattedrale di San Prisco a Nocera Inferiore. Abbiamo intercettato la sassofonista Carla Marciano, considerata dalla critica specializzata tra i migliori talenti del jazz europeo ed internazionale, protagonista con il suo quartetto di numerosi concerti ed eventi in giro per il mondo, dagli Stati Uniti alla Russia, dove, se non ci fosse stata l’esplosione della pandemia, sarebbe dovuta tornare nel 2020. Ecco cosa ci ha raccontato.
Innanzitutto, come avviene l’incontro con la musica?
«La passione per la musica è nata in maniera naturale. In casa ascoltavamo tanta musica di qualità e mio padre suonava la chitarra, anche se non per mestiere; quindi in casa c’erano sempre musicisti».
Come si è avvicinata al sassofono?
«Ho iniziato con il pianoforte che avevamo a casa, ma il suono del sassofono che ascoltavo nei dischi mi aveva già colpita. Per i miei 16 anni mio padre me ne ha regalato uno e io non ho avuto più dubbi su cosa avrei voluto fare da grande: stare solo con un sassofono in mano. È stata una passione travolgente. Mi sono diplomata in clarinetto classico “di corsa”in 3 anni e ho iniziato a formarmi studiando il sax e il jazz ascoltando dischi di vari artisti, come John Coltrane che, a differenza di tanti musicisti, ha saputo sempre sperimentare».
Dalla sperimentazione nasce “Psychosis- omaggio a Bernard Herrmann”, quinto album del “Carla Marciano Quartet” che suonerà per Jazz in Parco.
«Esattamente. È il primo album senza musica di mia composizione ma che contiene arrangiamenti jazz di colonne sonore scritte dal compositore Bernard Herrmann; ed è anche il primo disco prodotto dall’etichetta olandese “Challenge record” che, guarda caso, a suo tempo produsse album dello stesso Herrmann».
Perché questo omaggio?
«Sono un’appassionata di film di Hitchcock per cui è stato spontaneo: Herrmann ha scritto le colonne sonore di film importanti con “Psyco” e “Vertigo”, conosciuto come “La donna che visse due volte” ma anche di “Taxi driver” di Martin Scorsese: queste colonne sonore sono finite nel disco. Il titolo dell’album, poi, richiama il fatto che si tratta di thriller psicologici».
Da chi sarà accompagnata nel concerto di giovedì?
«Ci saranno con me mio marito Alessandro La Corte, il quale ha curato anche l’arrangiamento della bonus track del disco, “l’Hedwig’s theme” di John Williams tratto dalla colonna sonora di Harry Potter, Aldo Vigorito e Gaetano Fasano. Siamo un quartetto attivo da più di 20 anni».
Conosceva la rassegna “Jazz in Parco”?
«Certamente. È un evento storico che ha ospitato tantissimi artisti di fama internazionale. Conosco l’organizzatrice Ondina Sannino e conoscevo il compianto Elia Pirollo. Quest’anno sarà la prima volta che parteciperò».