Il resoconto di Goletta Verde fa emergere una situazione abbastanza preoccupante, soprattutto in prossimità delle foci dei fiumi. Oltre la metà dei campioni sono risultati oltre i limiti di legge
Sono stati ben 29 i campioni prelevati lungo le coste della Campania dai volontari di Goletta Verde di Legambiente per analizzare il livello di inquinamento del mare.
Il quadro che ne è emerso però è abbastanza desolante: 5 punti sono stati giudicati inquinati, 12 punti addirittura fortemente inquinati. Il 59% del nostro mare è contaminato. Tra questi alcuni noti da almeno 10 anni per valori d’inquinamento oltre ogni limite di legge, per i quali non è mai stata trovata una soluzione. Si tratta della foce del fiume Savone, a Mondragone, della foce del fiume Sarno, tra Torre Annunziata e Castellammare di stabia, e di quella del torrente Asa, a Pontecagnano Faiano. La causa, come spiega Legambiente, è praticamente sempre relativa a scarichi di vario genere non depurati o proprio all’assenza di depuratori. Come spiegato in una nota, la Campania risulta la regione peggiore per numero dinfrazioni contestate dalle forze dell’ordine riguardanti depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi fognari abusivi, sversamenti illegali di liquami e rifiuti. Nel dettaglio, in aumento rispetto allo scorso anno (+6%) le infrazioni legate al mare inquinato, in particolare scarichi inquinanti e mala depurazione, con 2.053 reati (29,7% del totale nazionale), 1.949 persone denunciate, di cui arrestate ben 1419, e 895 sequestri. Discorso diverso per i laghi della Campania la cui situazione generale appare abbastanza buona. Sono stati 14 i punti monitorati quest’anno dalla Goletta nelle acque dei laghi Patria, D’Averno, Fusaro e Matese e sottoposti ad analisi microbiologiche. Di questi, solo uno, nel lago Patria, è risultato fuori dai limiti di legge e più precisamente giudicato come fortemente inquinato. “Da 35 anni Goletta verde fornisce un’istantanea puntuale per mettere in evidenza – sottolinea Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – le criticità e la poca attenzione posta sulla tematica della mancata depurazione dei reflui. Quarantaquattro comuni sono privi del servizio pubblico di depurazione, stiamo parlando di oltre 450mila persone secondo dati dell’Istat. Questa situazione non è più accettabile, le amministrazioni devono intervenire per tutelare la salute della cittadinanza. Non dimentichiamo – conclude Imparato – che due delle quattro procedure di infrazione europee si sono tramutate in condanne e che ora stiamo pagando multe salatissime per il mancato adeguamento alla direttiva europea sui reflui, risorse che si potrebbero usare per l’efficentamento dei sistemi depurativi e per mettere in campo azioni risolutive per la drammatica situazione degli scarichi abusivi“.