I giovani con maggiori abilità nel suo uso hanno una migliore capacità non solo di deconcettualizzare gli argomenti, ma anche di decodificare dei testi, di analisi e problem solving
Ad ogni tipo di scrittura, sia stampatello che corsivo, sono associati schemi cerebrali differenti, diversi stati emotivi e diverse funzionalità.
Gli studi portati avanti dalle neuroscienze hanno dimostrato come il progressivo oblio della scrittura manuale ha delle conseguenze sul funzionamento del cervello umano. La penna, anche per il suo non poter essere cancellata, costringe il cervello ad operare scelte veloci dei vocaboli da utilizzare; è, allo stesso tempo, necessario prestare massima attenzione a scrivere bene tutte le lettere, a seguire le regole grammaticali, e così via, operando una rielaborazione mentale fondamentale rispetto al semplice utilizzo della tastiera, che attiva solo la parte sinistra del cervello, mediante la quale è sempre possibile cancellare o fare un rapido copia e incolla per spostate interi periodi. Con carta e penna, invece, si attivano l’emisfero sinistro, la zona frontale inferiore e la corteccia parietale posteriore, cioè le aree che sovrintendono la coordinazione occhio-mano, la motricità fine. Secondo alcuni studi la mancanza dell’uso del corsivo può avere effetti negativi sullo sviluppo del cervello.
In particolare, la scrittura in corsivo attiva le reti della letto-scrittura e, a differenza dello stampatello, obbliga a non staccare la mano dal foglio, in una sinapsi che stimola il pensiero logico-lineare, quello cioè che permette di associare le idee in modo lineare, prestando anche maggior attenzione alle regole basilari della grammatica (uso maiuscola/minuscola o differenza tra accento e apostrofo, ad esempio). I giovani con maggiori abilità nell’uso del corsivo hanno una migliore capacità non solo di deconcettualizzare gli argomenti, ma anche di decodificare dei testi, di analisi e problem solving.
In termini di costruzione del pensiero e delle idee, quindi, c’è un rapporto importante tra cervello e mano. La scrittura manuale legata accende massicciamente aree del cervello coinvolte anche nell’attività del pensiero, del linguaggio e della memoria, come riportato anche da uno studio dell’americana Virginia Berninger, nel quale si sostiene la relazione importante, in termini di costruzione del pensiero e delle idee, tra cervello e mano, in quanto la scrittura manuale legata accende massicciamente aree del cervello coinvolte anche nell’attività del pensiero, del linguaggio, e della memoria, favorendo quindi un’attività neuronale molto più sviluppata.
L’abbandono del corsivo potrebbe essere alla base di molti disturbi dell’apprendimento, sostiene lo psicoterapeuta dell’età evolutiva Federico Bianchi di Castelbianco: “Scrivere in corsivo vuol dire tradurre il pensiero in parole, scrivere in stampatello vuol dire invece sezionarlo in lettere, spezzettarlo, negare il tempo e il respiro della frase. E il corsivo così come lega le lettere lega i pensieri”.
In conclusione, l’importanza del corsivo va oltre la sua utilità pratica, risultando cruciale nello sviluppo e nella crescita dei bambini; pertanto, sarebbe doveroso prestare maggiore attenzione nelle scuole all’insegnamento e all’uso del corsivo per tutti i ragazzi.