L’uomo era stato giudicato inadatto al trapianto traduzionale. Presenti anched i tecnici della Carmat, l’azienda francese del cardiochirurgo Alain Carpentier dell’ospedale Paul Brousse di Parigi
Batte da ieri a Napoli il primo cuore bioartificiale d’Europa.
È stato impiantato al Monaldi, su un paziente di 56 anni non idoneo al trapianto tradizionale, da un’equipe guidata dal dottor Ciro Maiello, responsabile della Unità operativa Cardiochirurgia dei Trapianti, e composta dai cardiochirurghi Cristiano Amarelli e Viviana Galgano, oltra ad anestesisti, infermieri, perfusionisti e un cardiologo. Presenti anche specialisti della Carmat, la casa farmaceutica francese fondata nel 2008 dal dottor Alain Carpentier, padre della valvola cardiaca biologica e del robot per le operazioni cardiochirurgiche miniinvasive.
Il 56enne si trova ora ricoverato presso la terapia intensiva cardiochirurgica del Monaldi ed è sotto stretto monitoraggio medico. Le sue condizioni sono considerate stabili.
Per la cronaca, il cuore bioartificiale totale è un «dispositivo di supporto circolatorio meccanico» con il quale sostituire il cuore del paziente, che viene totalmente rimosso. Ha valvole biologiche e funziona con dei piccoli motori elettrici che pompano il sangue nell’aorta o nell’arteria polmonare, ed è progettato per autoregolare la gittata del flusso sanguigno grazie alla presenza di sensori e software vari.