Un comunicato dell’azienda spegne con acqua ghiacciata i bollenti festeggiamenti dopo la sentenza del Consiglio di Stato 5309 che boccia gli aumenti delle tariffe
«Lavoratori …», diceva Alberto Sordi agli operai intenti a scavare la strada prima di lanciare loro una sonora pernacchia e il gesto dell’ombrello.
È più o meno quanto ha fatto la Gori ai suoi utenti quest’oggi, gettando (è il caso di dirlo) acqua – e anche gelida – sul fuoco degli entusiasmi di comitati civici per l’acqua pubblica.
«All’indomani della sentenza con cui il Consiglio di Stato ha dato ragione al gruppo dei Comuni per l’acqua pubblica ricorrenti, annullando le tariffe deliberate dall’ARERA e riducendo del 30% gli aumenti tariffari già applicati dal 2012 al 2015, il Consiglio di Distretto non ha potuto far altro che prendere atto della nuova situazione, deliberando con consenso unanime l’abbassamento della tariffa idrica ricalcolato sulla base della sentenza», proclamava ancora stamani la Rete Comuni per l’acqua pubblica – Sarnese Vesuviano.
Di diverso avviso la Gori, che con un suo comunicato ha fatto sapere che «al momento, non può essere effettuato alcun tipo di rimborso. A tal proposito, si specifica che le tariffe sono determinate dalle amministrazioni competenti ai sensi di legge ed applicate da Gori: esse rappresentano il corrispettivo per la copertura dei costi di gestione e di investimento per l’efficientamento del servizio. Ingenti sono state, infatti, le risorse messe in campo da Gori per potenziare il servizio offerto: oltre 280 milioni di euro di investimenti dal 2012 ad oggi». E ancora: «Il Consiglio di Stato ha affidato ad Arera una nuova istruttoria che potrebbe recepire quanto disposto dalla sentenza o confermare gli importi approvati in precedenza: si tratta, dunque, di misure transitorie che rimettono all’Autorità la decisione definitiva sulle determinazioni da applicare. In tale ottica giova sottolineare che saranno oggetto di eventuale riduzione solo le tariffe relative agli anni 2012, 2013, 2014, 2015, non essendo assolutamente in discussione gli importi approvati nel successivo quadriennio».
Ma per la Rete Comuni per l’acqua pubblica, nel comunicato di stamani, «Ordinando il rinnovo dell’istruttoria, il Consiglio di Stato obbliga inoltre ARERA a coinvolgere i Comuni per riformulare correttamente una tariffa schizzata oltre ogni limite con aumenti del 70% in otto anni. La sentenza è immediatamente esecutiva e non ha bisogno di ulteriori provvedimenti per essere applicata: se c’è qualcuno che vuole fare scherzi siamo pronti a difendere i diritti dei cittadini in tutte le sedi».
Chi ha ragione? O forse, chi sarà più forte? «Lavoratori ….»