La Finlandia ha eliminato, a partire da quest’anno, l’obbligo di imparare a usare carta e penna, in Francia si insegna fin dall’asilo, in Messico si impara solo lo stampatello
“Ma in corsivo non so scrivere e faccio meno fatica con lo stampatello, prof!”.
Così capita di sentire soventemente in una classe di I media, vuoi per pigrizia o perché sempre più di rado il corsivo è usato nella scuola primaria; la mia maestra avrebbe di certo storto il naso per questa eresia e avrebbe difeso a spada tratta l’uso pedagogico del corsivo? Altri tempi, forse lontani eppure così vicini per chi scrive?
Croce e delizia: il corsivo, infatti, identifica una persona e questa scrittura è uno dei primi impegnativi scogli da superare per gli alunni all’inizio della prima elementare. Ci sono insegnanti e genitori che la giudicano una tappa imprescindibile, e altri che ritengono sia in fondo una perdita di tempo. Di contro, alcuni insegnanti scelgono di rimandare alla fine dell’anno l’apprendimento del corsivo, concentrandosi all’inizio solo sullo stampatello, perché secondo loro molti bambini provenienti dalla scuola dell’infanzia non hanno ancora acquisito la manualità fine necessaria per riuscire nel compito.
Il dibattito sull’utilità di far imparare ai bambini a scrivere a mano in generale, in un mondo dominato da tastiere di computer e touchscreen, è recente. Se la Finlandia, per esempio, ha eliminato, a partire da quest’anno, l’obbligo di imparare a scrivere con carta e penna, in Francia è onnipresente e si insegna fin dall’asilo, mentre a scuola in Messico si impara solo lo stampatello.
Da noi viene, in genere, introdotto in prima elementare, ma con tempi diversi a seconda di scuole e insegnanti, e vengono esentati i bambini con certificazioni di disturbi dell’apprendimento. Il corsivo ha perso di importanza e si usa sempre meno anche a scuola, in quanto a casa i bambini imparano dai genitori a digitare su tablet e smartphone e non vengono indirizzati alla scrittura su carta. Il risultato è che i ragazzi sanno digitare velocemente un testo sulla tastiera, ma non sono quasi più in grado di scrivere in corsivo. Eppure, studi scientifici hanno messo in evidenza i vantaggi della scrittura corsiva nello sviluppo cognitivo dei bambini. Ecco perché sarebbe da rivalutare seriamente!
Infatti, sulla relazione tra scrittura a mano e sviluppo cognitivo non ci sono in realtà molti dubbi. Ormai diversi studi nel campo delle neuroscienze e della psicologia suggeriscono che l’uso della scrittura manuale abbia un valore in sé, diverso e indipendente dalla scrittura alla tastiera. Ci sarebbe una stretta relazione tra la mano che traccia i segni sulla carta e il cervello: si attiverebbero circuiti nervosi unici che nei bambini favorirebbero anche la lettura, la memorizzazione, la produzione delle parole. Secondo una ricerca, per esempio, gli alunni tra i 7 e gli 11 anni che scrivevano a mano erano in grado di farlo più velocemente, utilizzando più parole ed esprimendo più idee rispetto a quando lo facevano alla tastiera.