L’uomo, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, si era indebitamente appropriato di un bar dopo aver spinto il precedente proprietario al suicidio
Estorsione aggravata dal metodo mafioso, usura, intestazione fittizia di beni, attività di erogazione di finanziamenti in assenza di autorizzazione e trasferimento fraudolento di valori. Sono questi i reati contestati a Gennaro Ferrara, arrestato nella mattinata dai Carabinieri a Cava de’Tirreni su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.
Il provvedimento si fonda sui gravi indizi di colpevolezza nell’ambito delle indagini svolte per acquisire elementi in grado di chiarire le esatte circostanze relative all’acquisizione da parte della famiglia Ferarra del bar annesso al distributore di carburanti “IP” sito in via XXV luglio n.60, il cui precedente proprietario si era suicidato nel luglio del 2015 a causa dell’eccessiva esposizione debitoria. Dalle investigazioni è emerso come la vittima avesse instaurato con Gennaro Ferrara un rapporto di natura usuraria, la cui mutazione in forma estorsiva aveva nel tempo imposto il passaggio dell’attività alla famiglia di quest’ultimo. Sono emerse due pattuizioni che hanno determinato l’estromissione del precedente imprenditore dall’attività commerciale. La prima in forma di contratto stabiliva che la vittima dovesse assumersi tutti i rischi d’impresa e i relativi debiti, mentre l’80% degli utili veniva attribuito al Ferrara. A seguire vi era stata poi la stipula di una scrittura privata, con la quale il proprietario si impegnava a cedere definitivamente l’attività commerciale al Ferrara, in cambio del versamento di 250€ mensili, fissando quale termine la morte di una delle due parti, evento che si verificava a distanza di pochi mesi con il suicidio della vittima. Nell’operazione odierna sono stati anche sequestrati, oltre alla somma complessiva di 95mila euro, l’attività di bar e tabacchi annessa al distributore IP di via XXV luglio e le quote societarie di “Tm distributori” e “Peccati di gola”.
A carico di Gennaro Ferrara, che sin dalla fine degli anni ’90 risulta essere stato componente del clan “Bisogno”, operante a Cava de’Tirreni, sono stati riscontrati ulteriori episodi di illecita erogazione di somme di denaro a terzi, per le quali lo stesso percepiva interessi senza alcun titolo autorizzativo all’esercizio di attività finanziarie.