Il Prefetto ha incontrato una delegazione di dipendenti senza stipendio da tre mesi e alla ricerca di segnali dalla proprietà e dall’amministrazione
Sit in di protesta questa mattina a Salerno per un gruppo di lavoratori delle Officine Buonocore, senza stipendio da oltre tre mesi e alla ricerca di risposte e chiarimenti dalla proprietà e dall’amministrazione sul loro futuro lavorativo.
Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dal Prefetto, che ha promesso massimo impegno su una questione estremamente delicata che mette a rischio la stabilità di 10 dipendenti e delle loro famiglie.
Nella nota firmata da FIOM E FILT CGIL, che riceviamo e pubblichiamo integralmente, sono esposte le motivazioni che hanno spinto questa mattina i lavoratori a scendere in piazza.
“La situazione delle maestranze delle Officine Antonio Buonocore s.r.l. sta assumendo, di giorno in giorno, connotazioni sempre più drammatiche ed al limite del paradossale. Questi lavoratori, che svolgono da sempre manutenzione esclusiva dei mezzi della ditta SCAI s.r.l. concessionaria di linee del trasporto pubblico regionale, si trovano in una condizione disperata con circa 3 mensilità arretrate e nessun segnale dalla proprietà e dall’amministrazione aziendale che, ad oggi, risultano completamente assenti. Tutto è iniziato lo scorso 10 maggio, con il fallimento della SCAI s.r.l. che, attualmente, è sottoposta a cautela. Da subito, appena appresa la notizia del fallimento, i lavoratori preoccupati per le spettanze e per il futuro hanno cercato di ottenere notizie e rassicurazioni, sia dal loro datore di lavoro che dalla curatela SCAI s.r.l. Ma nonostante le richieste di incontro prodotte anche dalle segreterie provinciali FIOM e FILT CGIL e la proclamazione dello stato di agitazione, le poche e scarne interlocuzioni avvenute in quelle ore e ancora oggi, sono rimaste a uno stato informale, ingenerando solo confusione e ulteriore preoccupazione.
Diligentemente tutte le maestranze delle Officine, in attesa di possibili aggiornamenti e chiarimenti, hanno garantito ugualmente le loro prestazioni fino ad arrivare ai giorni scorsi quando si è venuti a conoscenza del fatto che la SCAI avrebbe deciso di affidare la manutenzione dei mezzi ad altra ditta. Dunque, se questa notizia fosse vera, siamo al fatto paradossale che, nell’ambito di una filiera del servizio pubblico essenziale, si arriva a decidere di lasciare senza attività circa 10 lavoratori e famiglie per affidare le stesse attività a terzi, per di più senza alcun confronto o comunicazione ufficiale e con un danno enorme rispetto alle spettanze ed al futuro. È del 25 giugno un ulteriore sollecito a comporre un tavolo prefettizio su cui pensiamo si possano cominciare a trovare risposte ed una sintesi sulle prospettive. Con gli interlocutori aziendali vogliamo capire a quali prestazioni sono tenuti i lavoratori delle Officine Buonocore verso il mono cliente SCAI s.r.l.; che prospettive ha il servizio finora prestato e, dunque, la continuità lavorativa delle maestranze; quali eventuali strumenti alternativi possono essere messi in campo per garantire un sostegno ed un reddito a questi lavoratori e chi deve porli in essere. Nel dramma che già vive questa provincia e che vivremo ancor di più tra poche ore con lo sblocco dei licenziamenti dopo il 30 giugno, non possiamo permettere che alcun lavoratore resti quasi abbandonato a sé stesso, senza salario e senza risposte per il futuro. Consideriamo ormai attuale il rischio che la situazione diventi ingovernabile per il clima di fortissima esasperazione che purtroppo non accenna a migliorarsi”.