Più della metà dei tamponi analizzati, 170, sono riconducibili alla mutazione del Covid nota come “inglese” o “alfa”. Ma a far paura è proprio quella indiana, più aggressiva e resistente ai vaccini, presente nel 25% dei contagiati del campione
di Redazione
La variante Delta indiana inizia a diffondersi anche in Campania, già nel 25% dei casi secondo l’ultima indagine.
A seguito delle attività settimanali di sequenziamento previste da piano di sorveglianza genomico della Regione Campania, condotto da Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, Azienda Ospedaliera Dei Colli (ospedale Cotugno) e Tigem, sono stati esaminati 321 campioni di soggetti risultati positivi al Covid-19 con tampone molecolare. Dalle indagini è emersa la presenza di 170 varianti inglesi, 82 varianti indiane, 36 varianti brasiliane, 6 varianti colombiane e 23 europee. Sono in corso ulteriori approfondimenti epidemiologici e relativamente allo stato vaccinale dei soggetti presi in esame. La variante Delta è stata individuata per la prima volta in India alla fine del 2020 e si ritiene che abbia contribuito, nell’ultimo periodo, all’aumento di contagi in diversi Paesi, soprattutto nel Regno Unito, dove rappresenta ormai il 90% dei nuovi casi. Secondo le stime del governo britannico e di molti studi, alcuni tuttora in corso, delta sarebbe il 50% più trasmissibile rispetto alle altre varianti, come quella inglese.