La dottoressa Giuseppina Salomone della fondazione CeRPS ricorda la storia dell’ex ospedale psichiatrico Vittorio Emanuele II
Parteciperà alla prossima edizione dell’Ischia Film Festival, il docufilm “Al lupo cattivo” in ricordo del professore Sergio Piro, medico “con la passione per il linguaggio che capisce che la «la lingua dei matti» non è incomprensibile, se c’è qualcuno che ha la volontà di capirla”.
Il progetto è stato realizzato con la partecipazione della Regione Campania, dei Comuni di Napoli, Palma Campania (città di nascita dello psichiatra), Nocera Inferiore e Superiore (dove sono state girate alcune scene), nonché della fondazione CeRPS (Centro Ricerche sulla Psichiatria e le Scienze Umane) con sede a Nocera Inferiore, proprio nell’ex ospedale psichiatrico, di cui cura l’archivio storico.
Il suo attuale presidente, la dottoressa Giuseppina Salomone, chiarisce: «La fondazione, che ha partecipato mettendo a disposizione il materiale che raccoglie e conserva, è nata proprio dalla volontà di salvaguardare, divulgare e far conoscere il patrimonio dell’ex manicomio di Nocera Inferiore: biblioteca, archivi e cartelle cliniche. L’esperienza manicomiale è stata negli anni molto demonizzata. Anche se il manicomio più che un luogo di terapia, ha spesso rappresentato una struttura di contenimento delle manifestazioni sintomatiche delle patologie, di occultazione ed isolamento dei malati di mente; bisogna ricordarsi di collocare quell’esperienza e quel tipo di gestione nel corretto contesto storico, considerate anche le conoscenze dell’epoca. Se da un lato ci sono quindi innegabili aspetti negativi e momenti bui, dall’altro ci sono medici che in quegli anni producono lavori scientifici importanti per lo sviluppo delle neuroscienze.
Il Professor Sergio Piro – prosegue il presidente di CeRPS – cui il film è dedicato e primo presidente della nostra fondazione, è stato direttore dell’ex manicomio di Materdomini alla fine degli anni ’60, quando si era già distaccato da quello di Nocera e divenuto un manicomio privato. Lì, dopo aver fondato “Psichiatria Democratica” assieme a Basaglia, istituì la seconda comunità terapeutica dopo quella che questi aveva avviato a Gorizia. L’intento era cercare di rompere la chiusura e l’isolamento del manicomio e riportare umanità e ad una ripresa in carico dei malati. Non solo i malati potevano uscire, ma Piro fece entrare le persone nel manicomio: giornalisti, scrittori, attori che collaboravano all’organizzazione della vita della struttura. I ricoverati dal canto loro partecipavano alle assemblee, al come organizzare il manicomio, presentavano spettacoli aperti al pubblico. Il contributo di Sergio Piro è stato inoltre assolutamente rilevante nel redigere la legge sulla psichiatria della regione Campania, una delle più avanzate, che pone la base dell’assistenza della salute mentale sul territorio. L’altra sua caratteristica, che pure il film sottolinea – conclude la dottoressa Salomone – era lo studio del linguaggio dello schizofrenico per comprenderne la patologia e la sofferenza».
La fondazione conserva anche un archivio fotografico di alcune delle immagini scattate dal fotografo Luciano D’Alessandro presso il manicomio di Materdomini e raccolte nel libro “Gli esclusi”, da cui è tratto l’omonimo cortometraggio. Al riguardo, lo stesso Sergio Piro dichiarò: “Dovunque le cose stiano così, la violenza rimane e le immagini sono sostanzialmente attuali. Il vuoto è stato pienamente colto nelle immagini di Luciano D’Alessandro: ma questo non è il vuoto della “malattia” come ineluttabile condanna biologica, è invece il vuoto che l’apatia, l’inerzia e l’abbandono hanno creato in coloro che sono esclusi da qualunque movimento e da qualunque dinamica”; a ricordare l’importanza di non escludere i malati psichiatrici dalla comunità, ma di sostenere una terapia volta alla piena reintegrazione attiva del paziente nella società.